recensioni dischi
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JOANA GAMA & LUIS FERNANDES  "At the still point of the turning world"
   (2018 )

A sei anni dal loro primo incontro, Joana Gama e Luìs Fernandes hanno dato vita al primo vero e proprio lavoro discografico realizzato in collaborazione e figlio del comune interesse per la musica sperimentale che i due hanno maturato in questi anni. Dopo aver composto una serie di colonne sonore per cortometraggi, il duo ha quindi debuttato sulla lunga distanza con “At The Still Point Of The Turning World” (uscito per Room40 Records), titolo preso in prestito dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Thomas Stearns Eliot. Il disco riflette un umore dolceamaro, perché idealmente legato al tema della perdita e dell’incontro, riflette lo scorrere del tempo e il modo in cui la musica può essere considerata arte temporale. Il disco si apre con “Neither Flash Nor Fleshless” e il suo fluire lineare, fra stridori e momenti più minimali. Il piano accompagna il lento crescendo di “Perpetual Possibility”, la cui coda, fra archi e un’atmosfera inquieta, è deliziosa, poi “The Pattern Is A Movement” continua a viaggiare nell’oscurità, nella sua prima parte, prima di schiudersi con un suono decisamente più arioso. “Through The Vibrant Air” in apertura è un pezzo abbastanza scarno, ma anche in questo caso nel finale il sound tende a farsi più denso e a incupirsi. Il percorso retto di “Lucid Stillness” precede il finale con le luci e l’eleganza di “Shaft Of Sunlight”, ultimo acuto di “At The Still Point Of The Turning World”. Il primo full length del duo è un lavoro positivo nel suo complesso, ma anche ambizioso e non per tutti, data la sua complessità: resta, comunque, un lavoro adatto a chiunque sia vicino al genere. (Piergiuseppe Lippolis)