recensioni dischi
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TECHNOTRONIC  "Pump up the jam - The album"
   (1989 )

Il primo disco d'esordio di un gruppo postumo. Era una normale produzione da discoteca, senza particolari velleità di successo, tanto che l'album nemmeno venne distribuito, all'inizio. Ma in un mondo che era stato squassato dal cambio di stile sui vari dancefloor europei, tra house music e campionamenti "uop yeah" da far vivere una seconda giovinezza a James Brown con i diritti d'autore (peraltro reclamati da mr. Dynamite in una "I'm real" dove le cantava chiaro: "se volete copiarmi pagatemi!"), un prodotto ascoltabile anche senza essere impasticcati nel tourbillon dell'ecstasy sembra atteso come il Messia, o come un arbitraggio contro la Juventus. Poi arrivò questo, come detto: produzione belga che si trovò subito spiazzata da un successo che andò ben oltre le aspettative. Riaccese le rotative per stampare l'instampabile, tra la titletrack e "Get up" che erano richieste ovunque, successe però una tragedia: la vocalist Ya Kid K se ne andò, costringendo i produttori a trovare altre presta-faccia, e comico fu un Festivalbar dove una povera figura cantò, a microfono aperto, sulla voce originale. Intanto i singoli si succedevano, tutti di successo: "This beat is technotronic", "Rockin' over the beat", e quella "Move this" rifatta in pugliese come "Scendi a Bari". Peccato che nessuno seppe godere del successo, dato che nessuno sapeva chi fosse parte del gruppo. Poi ci si lamentava dei Milli Vanilli, insomma. (Enrico Faggiano)