recensioni dischi
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HOUSE OF TARTS  "H.o.t."
   (2018 )

Accantonando rimandi vari ed arzigogoli assortiti, fosse anche soltanto per il nome ambiguo di cui si fregiano, per la line-up scelta e per le circostanze che le hanno fatte incontrare tre anni orsono (due universitarie fuorisede), non posso non voler bene alle House Of Tarts, al debutto per Cabezon Records con le otto tracce di “H.O.T.”, prodotto da Jacopo Gobber ed interamente concepito, scritto e realizzato da questa insolita coppia. Laura Martelli (voce e tastiere) e Valentina Salvatori (basso, synth, drum machine) ci mettono sentimento e convinzione, confezionando un lavoro ambiziosetto - ma onesto - che oscilla fra un consapevole divertissement citazionista ed una ricerca non banale in direzioni più imprevedibili. Meglio negli episodi più personali che in quelli maggiormente riconducibili a blasonate ascendenze, “H.O.T.” offre diversi spunti d’interesse: magari non incarnerà in toto il trionfo dell’originalità, ma è appassionato nell’azzardare vie di fuga intriganti sia da quel synth-pop darkeggiante che fa molto wave anni ’80 (“The Yellow Line”, con un basso à la Sisters Of Mercy di “Lucretia”), sia dalle suggestioni più contemporanee di un modernariato tanto derivativo quanto gradevole (l’opener “Bloodriver”, quasi le Warpaint su un’aria da “Venus In Furs”). E se una eco indistinta che richiama perfino Portishead (le atmosfere dilatate di “Glimmering Beauty”) e St. Vincent (“UpJohn50”) si insinua fra le maglie di brani comunque ben incorniciati dalla produzione di Gobber, è negli episodi maggiormente avulsi dal canone che “H.O.T.” trova compiuta ragion d’essere: il ballabile sbilenco di “A Day As Anubi”, la stralunata melodia retrò di “The Haze Man”, l’elettronica agitata di “My Lullaby”, soprattutto il commiato ipnotico di una “Felony” che, anzichè chiuderlo, strappa il cerchio ed apre a strade meno battute. Album non privo di soluzioni stimolanti, che eleva la sua evidente disomogenità stilistica a cifra espressiva di elezione. Duo inusuale e talentuoso, da seguire nelle evoluzioni che sceglierà: potrebbero riservare più di una sorpresa. (Manuel Maverna)