recensioni dischi
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BEN BERTRAND  "Ngc 1999"
   (2018 )

Ben Bertrand è un clarinettista e compositore belga, conosciuto e apprezzato soprattutto in patria per la capacità di fondere il suono naturale degli strumenti con gli effetti elettronici che contraddistinguono il suo sound. Betrand, a fine aprile, è tornato con un album, intitolato “NGC 1999” (uscito per Les Albums Claus), da lui stesso composto e arrangiato, in cui ha suonato il clarinetto basso e del quale ha curato l’effettistica. Il disco si esaurisce in circa mezz’ora e include cinque brani dall’effetto straniante e dalle sonorità ipnotiche, in cui risulta cruciale il ruolo della loop station per suggerire un movimento lento e un effetto quasi lisergico. La cifra stilistica è chiara già a partire da “Orion Molecular Cloud”, con suoni acuti che si stagliano su un fitto tappeto elettronico. “V380 Orionis”, invece, tende a suonare più scarno, con più groove e un tono generalmente più serioso. “Malkauns On Kitt Pekk” segue un fluire vorticoso per circa due minuti e mezzo, per poi trasformarsi, a metà, nel sottofondo ideale di un incubo, con pattern ansiogeni a giustapporsi. “Sanctus Hobble” si riavvicina al passo grave di “V380 Orionis”, con più movimento in superficie, poi “Postscriptum To Valentina Tereshkova” suggerisce qualche ambientazione da cinematografia dell’orrore, ancora con effetti stranianti e le voci di Anne-Charlotte Bisoux e Manah Depauw. “NGC 1999” è un lavoro parecchio interessante e caratteristico, che mette in luce il gusto raffinato di Bertrand, pur essendo destinato a un pubblico piuttosto di nicchia. (Piergiuseppe Lippolis)