recensioni dischi
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JAKA  "Il suono dell'isola"
   (2018 )

Un artista che buca l’orecchio, con una fibrillante verve a presa rapida, non si trova tutti i giorni, ed allora la spiegazione la trovi sapendo che tutto questo talento è maturato su e giù per il globo, con fitte esperienze e sinergie con artisti italiani ed internazionali, di calibro medio-alto. L’indiziato chiamato in causa è il sicilian-giamaicano Jaka: cantante, speaker radiofonico, d.j. resident e protagonista di decine di altre iniziative consumate, ed in eterno fermento, in un background senza fine. “Il suono dell’isola” è un tesoro uditivo infarcito di ospiti (Roberto Cacciapaglia e Admiral Bailey su tutti) e di sgargianti fulmini a ciel sereno, scaricati su pentagramma reggae, che farebbero strizzare l’occhiolino al divino Marley, fiero di aver trovato l’italico erede. Si comincia con la title-track, mettendo in chiaro la luce che luccicherà nelle 17 tracce dell’opera: forse, a qualcuno, risulteranno troppe, ma meglio abbondare che deficere, quando la mente s’inebria con un’ora abbondante di musica spensierata. In “Music Paradise” attecchiscono radici di slow-rap, proiettato ai Caraibi, mentre “La crisi” è un brillante ondeggiare, ludico ed ironico. Benvenuti nel Jaka-world! Occhio al trittico formato da “Principessa siciliana”, “Come sei bella” e “Meravigliosa: tutte candidate a spadroneggiare nei balli di gruppo di villaggi turistici, cariche di quei spensierati andazzi, capaci di cucire unioni tra svariate etnie. Mentre “U mare” è, forse, il tassello meno fresco del disco, benché si possa comprendere la voglia di omaggiare la propria terra (insieme a “Ciauru di gelsomino”). L’arrivo di “Lingua lunga” riporta sùbito in alto lo spessore della lista con un trascinante reggaeton, capace di scatenare l’iniziazione al ballo anche degli incapaci. Jaka ha voluto fortemente la “Bicicletta” ed ora pedala forte con l’ennesima prova solare e catchy, puntando dritto verso mete ad ampio… raggio, senza freni. D’altronde, con un sound cosi caldo e astrale, difficile che manchi l’ennesima affermazione, grande o piccola che sia. Nell’immediato infilerà, certamente, un’altra sequela di consensi derivanti, non solo dalla solarità della musica proposta ma, in particolare, da una grande capacità comunicativa, accorciando notevolmente la distanza tra Italia e Jamaica, per uno splendido viaggio alla portata di tutte le tasche. (Max Casali)