recensioni dischi
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EMOTU  "Meccanismi imperfetti"
   (2018 )

Maxx Rivara è uno di quegli sperimentatori musicali che riescono sempre a stanare percorsi innovativi con alacre dedizione in progetti paralleli. Infatti, grazie all’escursione triennale con i Gogomonkey, Rivara ha potuto trovare la giusta quadra per affinare le sonorità di “Meccanismi imperfetti”, terzo album degli Emotu che aduna e intarsia soluzioni altamente godibili di elettro-indie-wave in lingua madre. Otto pezzi irreprensibili, che apportano freschezza alla lessicologia stilistica puntando ad un linguaggio di vita concreta tra caos, incertezza e traffici introspettivi desiderosi di risposte sananti. Il botto d’apertura è “Una goccia ogni cent’anni”, singolo da urlo, cosi poderoso e vincente che pure i Planet Funk si sognerebbero di scriverlo: non so se mi spiego… tutto cuore e vigore! “Una goccia” è versata con l’andazzo sospinto dal basso autoritario di Daniele Bagni e la chitarra pregevole di Gennaro Splenito. Invece, “Vento a Monastir” gode di ottimi synth(omi), con l’incipit che s’attacca saldamente tra i neuroni; e quando le arie si fanno più racchiuse in “Eva su Marte” è perché la tematica della violenza sulle donne va trattata con adeguato tatto esecutivo. Con gli Emotu, impossibile rimanere “Senza luce” argomentativa, soprattutto se battono il tasto sulla destabilizzante realtà virtuale con una bella circonferenza ritmica della brava drummer Vittoria Pezzoni. Tra volteggi La Crus e mira puntata sui Depeche Mode, il percorso di “Meccanismi imperfetti” è una sintassi indie-wave elaborata ad arte con una morfologia di accordi ben organizzati e, nonostante “Actarus” suoni in penombra nel suo tribalismo sospensivo, è una digressione riuscita per ricordarci quanto sia importante provare a modificare cose ed accadimenti cominciando dal proprio microcosmo interiore. A seguire, passa un “Uragano” in cui l’esecuzione frenetica ed impaziente è simbolo dell’attanagliamento tipico delle dipendenze e, nel momento in cui Maxx abbassa la modulazione vocale in “Vertici precipizi”, ci porta nelle sfumature à-la Renga con squisita raffinatezza, per una ballad da gran finale. Saranno pure "Emotu" (E.stremi M.ovimenti O.scillati T.ipicamente U.mani), ma questo terzo album concretizza, in pieno, il “work in progress” attuato da Rivara, portando gli alfieri Emotu a difendere il loro Re, arroccando il sound in fortezze inespugnabili. (Max Casali)