recensioni dischi
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FRATI MINORI DELLA VERNA  "Ecce panis angelorum"
   (2018 )

Un organo a canne riecheggia tra le mura della Basilica della Verna, mentre un denso profumo di incenso sale lungo le navate del luogo sacro e lungo le vetrate che fanno intravedere gli alberi secolari che circondano l’area del monte toscano. I novizi imparano non solo l’arte del canto gregoriano ma anche studiano l’organo per accompagnare i momenti più alti della liturgia. Spartiti e parole che si tramandano di generazione in generazione e durano nel corso del tempo conservando un fascino che non conosce età. Il canto è preghiera e come tale viene vissuto e studiato per rendere più autentico e vivo il rapporto tra uomo e Dio. In questo contesto si inserisce il terzo capitolo della “Trilogia Francescana” (se proprio vogliamo dare un senso a questo lavoro) da parte dei Frati Minori Della Verna. Se nel primo volume “Crucis Christi Mons Alvernae” si riuniva in un unico lavoro un insieme di canti dedicati a San Francesco e nel secondo, “Ave Maris Stella”, il fulcro del lavoro era la Beata Vergine Maria, in “Ecce Panis Angelorum” si va nella tradizione dei canti gregoriani eucaristici. La struttura del disco è identica ai precedenti: sei tracce cantate per pregare, lodare e ringraziare, con un solista che introduce il primo versetto e da il ritmo al coro che si aggrega, mentre altre sei sono improvvisate, suonate dal Maestro Eugenio Maria Fagiani, servono da meditazione e fanno da collante tra un canto e l’altro. “Ecce Panis” è la prima traccia: “Ecco Il Pane”, riconoscimento che Dio non ha mai fatto mancare il sostentamento ai suoi figli, sia come manna nel deserto, sia attraverso Gesù che nell’Eucaristia si fa cibo per la salvezza dell’uomo. “O Salutaris” è canto di lode che si alza a Dio Uno e Trino, che dona ai suoi figli la vita senza fine. “Ave Verum” è un inno che diventa preghiera affinché l’uomo non venga lasciato solo nell’estrema ora della morte. “Adoro Te Devote” è uno dei canti più celebri della tradizione gregoriana, in cui l’uomo si affida totalmente al suo Creatore, chiedendo allo stesso tempo di essere ammesso alla beatitudine eterna. “Ubi Caritas”: dove c’è amore, carità e pace, lì c’è Dio. Amore, carità e pace sono racchiuse nel sacrificio di Cristo sulla croce. “Pange Lingua” è la sintesi del Credo cristiano, unito alla lode: Gesù, nato dalla Vergine Maria, operò con parabole e miracoli, divenne vero cibo per l’umanità durante l’ultima Cena, e mezzo di salvezza per tutti gli uomini che credono in Lui. Le sei tracce suonate con l’organo rappresentano momenti di riflessione sul mistero eucaristico e scuotono la ragione per esaltare la fede. Un affidamento che oltrepassa i limiti di una ragione che non può comprendere e non è tenuta a comprendere ma a credere. La meditazione altro non è che un interrogarsi e cercare di darsi una spiegazione a ciò che non può essere spiegato. Come per i precedenti lavori, questo non è un disco che si apre al grande pubblico e che non cerca una “via per sfondare” nel mondo della musica. E’ un lavoro con un duplice pregio: quello della preghiera da fissare in un disco e quello di rendere questa preghiera fruibile a coloro che per un momento della frenetica quotidianità sentono il bisogno di immergersi in una dimensione spiritualmente elevata. I canti gregoriani conservano intatto il mistero di un dialogo che va oltre le mura di un convento, di un’abbazia o di una chiesa e si alzano come inno di ringraziamento, di lode ma anche di supplica verso Colui che non si è mai stancato delle opere dell’uomo, nonostante tutto. (Angelo Torre)