recensioni dischi
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SHY LAYERS  "Midnight markers"
   (2018 )

Shy Layers è il moniker di JD Walsh, musicista e artista audiovisivo di stanza ad Atlanta, da poco tornato sulla scena con “Midnight Markers” (appena uscito per Beats In Space Records), secondo capitolo di una carriera discografica avviata due anni fa con l’acclamato “Shy Layers”. Ai tempi, il suo sound era stato descritto come una mistura fluida di Balearic beat, synthpop e dance: una definizione tutto sommato calzante, che rende l’idea ma che, forse, non è ancora sufficiente. “Midnight Markers” non rompe col passato e prosegue su quella scia, abbandonando i suoni afro che contraddistinguevano il precedente episodio e avvicinandosi prepotentemente ad atmosfere più jazzate, influenzate in una certa misura dalla bossa nova, uno dei punti di partenza del Balearic pop. Il disco scorre leggero nei suoi quaranta minuti di durata, senza mai alzare troppo i giri, ma puntando tutto sulla seduzione, con suoni freschi e avvolgenti. I momenti più alti del disco sono rappresentati dal passo catchy e ipnotico di “Gateway”, dall’atmosfera jazz di “Test Pattern”, dall’ariosità e dai suoni spaziali di “Tomorrow”, ma, soprattutto, da “Tropical Storm” e dal dolcissimo dialogo fra mielose linee di synth, chitarre vagamente etniche e percussioni morbide. “Midnight Markers” è la conferma del talento cristallino di Shy Layers, che si conferma sugli standard alti di due anni fa e si candida a un ruolo importante sulla scena elettronica internazionale. (Piergiuseppe Lippolis)