recensioni dischi
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ARMONITE  "And the stars above "
   (2018 )

L’incredibile mix formato dagli Armonite – dove violino elettrico e acustico, pianoforte e tastiere, armonie leggiadre e ritmi agguerriti si intrecciano – vede 12 brani (più due tracce bonus) estremamente originali e appassionanti, pieni di vèrve e caratterizzati dal giusto beat. Tantissimi gli ospiti che impreziosiscono quello che è originariamente un duo super formato da Jacopo Bigi e da Paolo Fosso: tra gli altri, tutti illustri ed eccezionali, è giusto menzionare il basso di Colin Edwin (già Porcupine Tree).

Il primo brano dà al disco le giuste misure: l’ossessiva percussione di “The March of the Stars” conquista dal primo secondo e porta violino, basso di Edwin e voce di Maria Chiara Montagnari a darsi battaglia in un rincorrersi reciproco e infinito; “Next Ride” è un pezzo altrettanto potente, se vogliamo più pop e melodico, mentre “District Red” sforna un’atmosfera world music elettrificata da Masada di John Zorn e “Plaza de Espana” esplora il territorio delle ballate nostalgiche e romantiche, con pianoforte e batteria appena sfiorata a dominare la scena. “Clouds Collide” e “Blue Curacao” sono decisamente più allegre e ritmate, entrambe piuttosto sperimentali e aggressive, specialmente la seconda; “By Heart” è magistralmente orchestrata da un violino splendido, mentre “Freaks” è un brano da meditazione, riflessivo e dolce.

Avvicinandosi la conclusione le atmosfere non cambiano: continuano, anzi, gli esperimenti e le capacità degli Armonite e dei loro ospiti di esplorare i sentimenti e le situazioni in modo sempre nuovo. “By the Waters of Babylon” è una cavalcata epica dove violino e pianoforte danzano insieme, “The Usual Drink” è misteriosa e sinistra, “What’s the Rush” aggressiva e ballabile, “Ghosts” (chiusura prima delle tracce bonus) è una bellissima marcia elettrificata. Chiudono i pezzi aggiuntivi, “A Playful Day” e “The Fire Dancer”, sempre ritmati, dolci e fortemente espressivi, a dimostrare come gli Armonite, insieme a tutti i loro ospiti prestigiosi, abbiano dato vita a un’opera di indubbia qualità. (Samuele Conficoni)