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WOLFGANG MITTERER  "Nine in one"
   (2018 )

Ludwig Van Beethoven. Solo con questo nome si potrebbe chiudere il discorso. La quintessenza dell'arte dei suoni, sulla quale non ci sono ancora parole da aggiungere. Il compositore ed organista austriaco Wolfgang Mitterer è maestro della tape music, e più in generale è riconosciuto come pioniere dell'elettroacustica contemporanea. Ha composto numerose opere, dove poter conoscere la sua cifra stilistica. Solo un breve elenco disordinato, tanto per capire di chi stiamo parlando: concerti per piano, orchestra ed elettronica; composizioni per organo che ricordano lo spirito di Ligeti; "Massacre", un'opera per elettronica e voci liriche, dove il soprano deve sforzare sugli acuti che diventano latrati (per la gioia ancora una volta di Ligeti, col suo "Le Danse Macabre"); "Coloured noise" dove lo spartito sembra il disegno tecnico di un circuito; "Vertical Silence", composizione per dj, attori, pompieri, moto, camion, motosega... Ecco. Immaginate cosa può accadere, quando Mitterer saccheggia a piene mani materiale tematico proveniente da tutte e nove le Sinfonie di Beethoven, e li riproduce simultaneamente nel lavoro "Nine in One", appena uscito per la celebre Col Legno Records. L'ascolto invoglia a una sfida al riconoscimento di tutti gli elementi noti. In "9in1 Satz 1", ad esempio, si trovano intrecciate la Quinta e la Pastorale (Sesta), quest'ultima anche in reverse. In "Beethoven - Tristesse" compaiono anche samples vocali di soprano, accostati in maniera blasfema ai cori di tastiera (sì, proprio il "duh" della Roland Ax Synth...). C'è anche l'incalzante "Molto Vivace" della 9°, e parti di tromba completamente isolata. L'esito è straniante, poiché si tratta di temi arcinoti, decontestualizzati e sparsi in maniera da diventare anche inquietanti. Tra i vari campioni che appaiono una volta sola, c'è invece una sorta di "leitmotiv sample", ricorrente come un incubo, costituito da un'armonia diminuita. Come è disturbante l'ascolto, lo sono anche i titoli dati alle tracce, che rompono l'idea di un ordine: dopo "9in1 Satz 1", "9in1 Satz 2" e "9in1 Satz 3", leggiamo "9in1 Satz 1+2", 9in1 Satz 3+4" e infine "9in1 Satz 4". Far sentire prima un'ipotetica quarta parte mescolata con la terza, per poi presentarcela da sola, sa di dispetto goliardico. L'effetto da spaventoso diventa esilarante e grottesco in "9in1 Satz 3", dove campioni orchestrali vengono fatti "cadere" verso il basso (pitchati), mentre la ripresa del tema della 5°, da parte del trombone, subisce un'eco parossistica. Da notare anche i colpi di piatto, totalmente dissociati dal resto e quindi annullati nella loro classica funzione di marcamento. Una nota gravissima di fagotto, ampiamente modificata, caratterizza "Beethoven - Intermezzo", tra cascate di pizzicati e flauti cinguettanti. Se aspettate il coro dell'Inno alla Gioia, arriva all'ultima traccia "9in1 Satz 4", ma non integrale, anzi, come in un rewind, la traccia termina tornando indietro alla sua preparazione. Quante interpretazioni politicanti e pericolose speculazioni filosofiche potremmo trarre, da un Inno alla Gioia (dal 1972 anche Inno Europeo) che viene preparato ma poi non si realizza! Però è meglio per ora restare nella sola storia della musica, alla quale Wolfgang Mitterer aggiunge una personale interpretazione delle sinfonie più emblematiche. All'ascolto complessivo, sembra di essere ai confini dello spazio, mentre riceviamo confusi segnali acustici provenienti dalla Terra. E come Beethoven, deluso da Napoleone, cambiò il titolo della 3° Sinfonia a lui dedicata con un generico "Eroica", così oggi possiamo ascoltare i sogni romantici e patriottici dell'Ottocento infrangersi nel ventunesimo secolo elettronico. (Gilberto Ongaro)