recensioni dischi
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GIULIO ALDINUCCI  "Disappearing in a mirror"
   (2018 )

“Disappearing In A Mirror”, appena uscito per Karl Records, è il nuovo album di Giulio Aldinucci, musicista toscano l’anno scorso autore di “Borders And Ruins”, una delle più belle prove discografiche del 2017 musicale italiano e premessa ideale per i successivi sviluppi della sua carriera. Aldinucci riparte, quindi, da evidenti richiami al classicismo per proporre ancora la sua personalissima miscela di elettronica, così elegante e raffinata, che scorre fluida, fra lievi increspature e momenti rarefatti, come nell’opener “The Eternal Transition”. “Jammed Symbols”, invece, si apre lentamente e, nel suo momento di maggiore ariosità, acquisisce un tono epico anche grazie al coro. Un percorso, per certi versi, simile a quello tracciato da “Aphasic Semiotics”, il cui tessuto sonoro è più sottile, ma non meno efficace. Nel mezzo, fra i due pezzi, svetta l’inquietudine di “Notturno Toscano”, figlia di synth ed elettronica. La seconda metà di “Disappearing In A Mirror” si apre con le vorticose trame di “The Tree Of Cryptography”, con un continuo saliscendi di emozioni e di intensità e con un sound che esaurisce il suo climax verso la metà, per poi disegnare atmosfere eteree. In chiusura compaiono timidi bagliori di luce, prima con “The Burning Alphabet” e poi con “Mute Serenade”. Giulio Aldinucci è un musicista ispirato e in continua crescita, la cui cifra stilistica sta diventando sempre più riconoscibile. In due anni, Aldinucci ha dato vita a due album di grande spessore, diventando inevitabilmente uno dei punti di riferimento per il genere drone/ambient. (Piergiuseppe Lippolis)