recensioni dischi
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ALBERT MARSHALL  "Speakeasy"
   (2018 )

“Speakeasy” è il primo lavoro solista per Albert Marshall, già collaboratore live di diverse band, fra le quali gli Altair, con cui ha aperto anche i concerti dei Blind Guardian. Si tratta di un album di otto brani, ben sei dei quali interamente strumentali. Albert Marshall, ispirandosi a Joe Satriani, Steve Vai e Paul Gilbert, in “Speakeasy” utilizza diverse tecniche strumentali e alterna esercizi di stile a velocità infernali a passaggi più dolci e melodici. Per forza di cose, i brani a presa più rapida sono quelli per i quali Marshall ha collaborato con Mark Boals, vocalist in “Fallen Angel” e “Tristam Fireland”, ma nel mezzo si scorgono autentiche gemme strumentali. A svettare, probabilmente, su tutti gli altri pezzi del disco è l’eleganza purissima di “Ramshackle Blues”, seguita a ruota dai virtuosismi elettrici di “Badlands” e dal passo più ragionato, almeno inizialmente, di “Re Marzapane”. È, comunque, un disco pensato per gli amanti del genere, che non faticheranno ad apprezzarlo: anche gli altri brani del lotto, dallo schema ridondante di “Butler’s Revenge (Jack Butler’s Final Duel)” a “Dreamlover”, non sono in alcun modo brani più deboli. L’unica vera variazione sul tema è quella concessa dal minuto scarso di mielosità in chiusura, con “Eclipse (White Horse)” che suggella in maniera definitiva “Speakeasy” e il primo lavoro solista di Albert Marshall, positivo in ogni suo aspetto. (Piergiuseppe Lippolis)