recensioni dischi
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JOHN FRUSCIANTE  "Curtains"
   (2005 )

“Curtains” è l’ultimo capitolo della serie di sei dischi in sei mesi. Frusciante, tanto per non farsi mancare nulla, vira questa volta su paesaggi musicali malinconici ed autunnali. Tra i numerosi cambi di stile che hanno contrassegnato questa sfida del chitarrista, quest’ultimo è forse il più azzeccato e spontaneo. Forse John ha capito che l’elettronica fine a sé stessa non è il suo forte e decide di lasciarsi guidare dalla sua chitarra acustica, regalandoci ciò che sa fare meglio; undici melodie agrodolci da ascoltare mentre cadono le foglie dagli alberi ed il cielo imbrunisce. “The Past Recedes” ci mostra un artista a suo agio, perfettamente sereno ed immerso nella sua musica. È un ottimo brano, colorato con tenui pastelli e miagolato dolcemente. Il songwriting è solido, i cerchi dipinti dalla chitarra affascinanti e l’atmosfera vespertina. Questa formula funziona e dà vita al resto dei brani; “Lever Pulled” si fa un po’ più arida ed impetuosa; “Anne” si distende nella melodia religiosa ed il forte crescendo di chitarre; “The Real”, con i suoi intrecci vocali, è un’altra tenue ballata, ben fatta ed equilibrata. Il clima si mantiene nebbioso per tutto il lavoro, senza mai scadere nella noia e tenendo un buon standard qualitativo. “A Name”, “Control” e “Your Warning” sono altrettante nenie al chiaro di luna; alcune più distese, altre più veementi, tutte molto gradevoli. “Ascension” è uno degli episodi più brillanti; l’atmosfera si fa sempre più carica, come un cielo che si oscura prima di un violento temporale. A chiudere il lavoro troviamo la dolcezza di “Time Tonight” e “Leap Your Bar”. In sostanza “Curtains” è un buon disco, che sta a dimostrare come Frusciante sia capace di dare molto quando ha poco a sua disposizione; la sua più grande capacità è proprio quella di saperci allietare con belle melodie e la sua chitarra sempre sotto braccio. Forse ora l’ha capito… (Fabio Busi)