recensioni dischi
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GENEVA SKEEN  "A parallel array of horses"
   (2018 )

''A parallel array of horses'' di Geneva Skeen, appena uscito per Room40 Records, è un disco che flirta con la musica ambient per la sua affinità con il minimalismo, ma che dà il meglio di sé nei momenti in cui cerca di rinnegarlo, a creare tensione invece di smorzarla, a catturare l’attenzione invece che respingerla.

A manifestare questa tendenza sono i primi due brani, specialmente il primo. Entrambi esordiscono con tecniche rumoriste che richiamano la musica industriale dei Nurse With Wound, ma procedono in direzioni diverse.

Il primo, ‘The sonorous house’, si evolve in un crescendo di suoni statici distorti, simili allo stile dei lavori di Stephen O' Malley, il secondo, ‘Los Angeles without Palm Trees’, si lascia avvolvere in una cupa atmosfera che richiama l’ambient gotico di Sam Rosenthal.

Con le stesse atmosfere, anche se sempre più soffici e dilatate, si apre la title track, forse anche il brano con meno spunti personali. La successiva ‘Frain, refrain’ è forse la migliore del trittico finale e potrebbe avvicinarsi, anche se con un sound molto più levigato, ai deliri esoterici dei Current 93, ma ha il difetto di durare troppo poco. L’ultimo, ‘Flutter in place’ è un brano di ambient più convenzionale. (Massimo Cucca)