recensioni dischi
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THE SELFISH CALES  "Haapsalu"
   (2018 )

Haapsalu è un piccolo paese dell’Estonia occidentale, sconosciuto ai più, ma divenuto fonte di ispirazione per i torinesi Selfish Cales, che hanno dato al loro terzo album proprio il nome della cittadina baltica. Dopo diversi avvicendamenti nella formazione, dei membri originari è rimasto solo Andy Cale, leader spirituale di un progetto di stampo progressive/psichedelico, che attinge a piene mani dagli anni sessanta e settanta per costruire un sound che non diventa mai copia pedissequa del rock che fu. In primo luogo, questo avviene perché i Selfish Cales dimostrano di sapersi muovere agilmente fra diversi generi, dal prog più classico di “Beyond The Last Horizon”, esaltato da continue accelerazioni e brusche frenate, da frequenti cambi di ritmo e sporadici virtuosismi, alla psichedelia deliziosamente acidula di “Kaspar Hauser” o alle sonorità più dilatate di “Winterfell”. “Haapsalu” si sviluppa in un’avvolgente atmosfera sixties/seventies e non concede mai spazio alle declinazioni più moderne del rock: in alcuni passaggi (la titletrack ne è un esempio), l’album può portare alla mente alcune band anche attuali che si muovono su binari prog, come i Porcupine Tree. Ma i Selfish Cales restano sostanzialmente ancorati ad alcune idee forti e ad una straordinaria tecnica individuale, che permette alla band di sciorinare un sound di grande qualità e, contemporaneamente, mai stucchevole, evitando così l’accusa che spesso viene rivolta agli artisti d’ispirazione progressive. (Piergiuseppe Lippolis)