recensioni dischi
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LA GABBIA  "Bruciare vivo"
   (2018 )

Hanno un’evidente libertà espressiva che non conosce barriere ed evidenziano quella visceralità carnale, idonea a rappresentare bene l’indie-rock con retaggi emo-core. Parliamo dei bolognesi La Gabbia: sono solo da un paio d’anni in attività ma già con un tangibile riscontro, accumulato in vari contest e festivals. “Bruciare vivo” è il debutto a cinque tracce che riga dritto con idee decise ma favorevolmente inconsapevoli, e tutto ciò gioca a favore della spontaneità del combo felsineo. Tanto per gradire, si lanciano col missile di “Una questione di te”, In cui l’ogiva invettiva si scalda subito con chitarre affilate. Con il singolo “Lasciamo, respiro” riducono un po’ i giri ma non la rabbia rovente, tipica dell’emo-core, con rarissime pause. Invece, “Mantide” dà la sensazione di riunire tutte le sfumature stilistiche della band: una ballad bella variegata con rigagnoli di funky e da ascoltare con particolare attenzione. Hanno ragione nell’affermare che hanno “ancora voglia voglia di stelle e non ci basta il sole…”: capito l’ambizione? Prepariamoci al loro affondo poiché le premesse evolutive ci sono tutte. A seguire c’è “Toccami”, che si distingue per una punteggiatura ipnotica che fa da premessa a sfoghi deflagrativi a più riprese, quasi a simboleggiare l’altalenante senso di inquietudine che pervade le anime. In finale, soffia un vento più placido, volturando la formula verso un Pop che non t’aspetti ma che, tutto sommato, strappa la lode per aver tentato altre folate su campi diversi. “Bruciare vivo” fidelizza l’ascoltatore, trasmettendo validi impatti adrenalinici dal sapore schietto e profondo, a conferma che l’espressione istintiva di libertà ripaga degli sforzi profusi e capisci che l’unica Gabbia per questo trio è, forse, la sala prove. Sarà dura fermarli… (Max Casali)