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ZUIN  "Per tutti questi anni"
   (2018 )

“Per tutti questi anni” è il primo LP di Zuin (uscito per la Volume!), dopo tre singoli, un EP e l’esibizione al Primo Maggio come finalista del 1M Next Contest. E’ un rock d’autore, dove Zuin riversa storie ed emozioni, con spunto autobiografico. Canta le insicurezze come “Fantasmi” contro i quali lottare, evocando i ricordi dei 13 anni in “Io non ho paura”. Qui mette a confronto la “paura del buio”, che a 13 anni assume appeal, “se pensavi di notte al culo dell’amica”, con “la paura del giorno” che si ha da adulti. Da una “testa piena di sogni” e “le mani piene di segni” si arriva a trent’anni con “il cuore pieno di segni, e tra le mani un pezzo di carta, come un quadro d’autore, e per questo lo espongo per le pretendenti”. Queste prime sono metacanzoni: canzoni che presentano le canzoni successive, in cui si avvisa che Zuin si metterà a nudo. E infatti, dopo l’amicizia di vecchia data, raccontata su “Monza-Saronno” (“Quando insieme passavamo le nottate a parlare del futuro su una Tipo messa male”), in “Credimi” affronta le sensazioni di un figlio che assiste alla separazione dei propri genitori. “Credimi, erano anni che non mi incontravo. Credimi, l'indifferenza non mi è stata amica. Stare qui tra due città, mi riempie d'inettitudine. Stare qui tra due case mi riempie di solitudine. Eppure sono qui, a dire quante volte avrei sognato di, a dire quante volte avrei creduto di, a dire quante volte avrei capito che...” e la frase si interrompe, nell’incertezza data dall’assenza di punti di riferimento. Il disco sarà chiuso da “Bianco”, in cui Zuin canta in coppia con Daniela D’Angelo, e in questo brano si apprende che il racconto di “Credimi” non è in terza persona, ma è il reale vissuto del cantautore. In “Bianco”, c’è un’immobilità della persona, in contrasto a ciò che lo circonda, che si muove vorticosamente. Ma invece di avere la sensazione di perdere il tempo, sembra di poter osservare che il tempo sia circolare: “E mi trovo di nuovo nello stesso momento. E anche se non mi muovo, so che passerà il tempo, e mi trovo di nuovo nello stesso momento”. In “Oh mio Dio!” Zuin si stupisce di esserne uscito, nonostante la sua opprimente città: “Oh mio Dio, ma come ho fatto a riprendermi? Oh mio Dio, ho qualche cosa da difendere. Oh mio Dio, spero solo di non smettere. Milano dammi la, Milano dammi la, Milano dammi la…”. Altra frase interrotta, ma ormai il cantautore è in vena di scherzi. “Se vuoi ti vendo l’anima, tanto si stacca dal resto (…) ti prendo per il culo”. “Hanna Baker” è il nome della protagonista della serie “13 Reasons Why”, ed è una canzone sulla difficoltà di una persona di rapportarsi con gli altri, e chiede aiuto al dottore. “Ho chiesto al medico di raccontarmi ma come fa la gente a divertirsi, ma come fa la gente a sopportarsi? (…) Mi ha detto il medico, devi curarti, è colpa tua se ti va tutto storto”. L’amicizia torna in “Caro amico (ti sfido)”, dove l’amico in questione perde sé stesso sposando una carriera sfavillante che lo depersonalizza: “È l'odio che si infrange sulla tua alienazione, e abbraccerai un bambino per la pubblica opinione (…) Non era uno schiaffo ma un braccio teso ad aiutarti (…) raccogli la tua anima. Rinnega l'indirizzo della tua dimora, Milano ti dà tutto, Milano chiede il resto”. Una relazione d’amore può diventare tossica, e in ”Sottopelle” si parla di questo, e della liberazione: “Mi luciderò, farò nuove cose che poi portino a nuove cose”. Testo particolarmente ispirato quello ambientalista de “Il profumo di un albero”: “Come un mondo dove mare cielo e terra litigano per gli spazi, come un uomo col suo albero in testa e non si accorga di noi. Come una divisa possa in effetti divider la gente, come un fazzoletto sporco sulla spiaggia di settembre (…) come il ghiaccio dell'orchestra naturale, ogni goccia che rintocca poi scompare. Come il qui pro quo di un timido bambino può far male. (…) e lascia stare ciò che irrimediabilmente conta più di te”. L’uomo passa, la natura resta. E allora nel breve passaggio, non resta che tentare di lasciare il segno con la propria vita. E Zuin ci prova, col coraggio di esporre il proprio vissuto, che non è diverso da quello di tanti altri ascoltatori, che possono ritrovarsi. (Gilberto Ongaro)