recensioni dischi
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NEVROREA  "Diva"
   (2018 )

Dalla poesia al cinema o dalla narrativa alla musica: quante volte la notte è stata protagonista per descrizioni fascinose ed immaginifiche? E, soprattutto, è stato detto già tutto? Forse sì, forse no. Per il trio toscano dei Nevrorea è marcato motivo peculiare far ruotare la tematica nel tracciato di “Diva”, esordio di 10 pezzi dal sapore crepuscolare, dark ma con lampi di attitudine lucente, deputati a riportare in superfice quei pochi, avari bagliori che ci fanno, a malapena, galleggiare nel romanzo della vita, in special modo notturna. Ma l’argomento preme ed è ora di cominciare a scomporre il quesito di base con “Impulsiva (intro)” episodio strumentale che sfreccia fluido con punte di martellante energia. Pungente ed incalzante, “Prova a perderti” sfoga un bel tappeto percussivo con intensa passionalità. Invece, l’alt-rock del primo singolo “Diva” bilancia scosse e quiete con mistura azzeccata e di sicuro effetto, certificato dall’orecchio che ringrazia non poco. Sulla scia dei Verdena si muovono invece “Calliope” e “Karmaboy”, che pennellano accordi più psico-abrasivi, col basso pulsante a dar manforte all’estraniante vocalità di Cosimo Bitossi, mentre il nuovo single “Revolver” è placidamente esplosivo e sa coniugare vari stati d’animo con sonorità ondivaghe, e le immagini del video riassumono la mitraglia di umori e mood che cambiano repentinamente. Ma la domanda è pressante: perché di notte siamo migliori e vediamo tutto a colori? Siamo più indulgenti col prossimo, mostriamo lati lodevoli che, di giorno, sono offuscati dall’egoismo, dall’angheria, dai muri sociali edificati a presa rapida, da idee cementate nell’inganno. Eppure, i Nevrorea hanno ancora tanto da dire con “Accelera”, ornato da fragore Nirvaniano con accorato appello alla fuga, a non farsi vincere dall’entità invisibile (ma radicata nell’anima), pronta a destabilizzare il nostro fragile microcosmo. All’arrivo, c’è “Nacht (outro)”, col suo soffuso andamento a simboleggiare la quiete dopo la tempesta, il domare provvisorio di mille fermenti sfociata in una vittoria di Pirro. Ma il giorno è in agguato e la tregua ristoratrice è esile e brevissima. La notte, quindi, è la “Diva” per eccellenza, la sciantosa che sfila nella passerella dell’anima con puntuale ritorno, elargendo sentimenti di evidente gradevolezza. Mentre, di giorno, si defila facilmente, in quanto nessuno si ricorda di cercarla nei sentieri della memoria delle ore piccole: evidentemente fa comodo così. Seppur amara e sconfortante, ma mai rassegnata, è la constatazione intavolata dai Nevrorea: però state pur certi che, ogni volta che la Diva tornerà, loro sapranno traslocare la suadente bellezza notturna anche nei giorni bui. (Max Casali)