recensioni dischi
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MIREXXX  "Vault"
   (2018 )

A pochi mesi dall’EP di debutto (“Inside You”), il duo elettronico belga Mirexxx ha pubblicato “Vault”, primo full length che include dieci pezzi, due dei quali interamente strumentali e un remix finale. I Mirexxx, che hanno già conquistato una certa popolarità in patria, conciliano un animo danzereccio con l’IDM, sorprendendo l’ascoltatore con afflati industrial. Dopo i due minuti ansiogeni di “Increase Of Shadows”, pezzo interamente strumentale che inaugura “Vault”, l’album entra nel vivo con “Bleeding Sky”, il cui titolo ne evoca le atmosfere, con un’elettronica ossessiva e scheletrica, culla per la voce ruvida e sofferta di Stijn. Le trame si fanno più avvolgenti con “Anabolic”, che chiarisce il desiderio di filtrare sonorità industrial con un po’ di pop, per renderle più pulite e fruibili. È il concetto che sta anche alla base di “Chaos”, ma qui l’elettronica si fa più martellante e ipnotica. “Death Angel” non scioglie l’ipnosi, insistendo su ritmi percussivi e scariche elettriche, mentre la tensione di “Inside You” anticipa la pulizia di “Distraction” e tutta la rabbia di “Dimension”, basata in larga parte sul drum computer e il senso di sofferenza suggerito dal cantato. Con una più ragionata titletrack e il remix di “Bloodresource” si chiude il debutto sulla lunga distanza dei Mirexxx. Al netto della scarsa varietà dei brani, “Vault” resta una buona prova, figlia di diverse buone idee e di un approccio al genere piuttosto raro. (Piergiuseppe Lippolis)