recensioni dischi
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PALCONUDO  "Voli essenziali"
   (2019 )

I Palconudo rientrano in quella schiera di artisti che hanno una gran voglia di evadere da consunti clichè giudiziali per dar vita a progetti che dèstino, quantomeno, emozioni concrete. La certezza è che, di queste, ce ne sono in sequenza nel nuovo album “Voli essenziali”. Da “Feste diverse” a “Comando piano” è un tracciato che non tentenna mai, con trame che ti solcano il cuore con estemporanea fascinazione. Si mettono “Al riparo” da ogni etichetta, fornendo strati di flauto che aprono a tendenze di gran pop d’autore e, dalla cucina in cui sosta la singer Elena Castelli, avvistata nel video-single “Poca discesa”, ci accarezza in una splendida ballad soave e placida, dal toccante incipit, cosi come “Mai”. Per avere un’idea più dettagliata dei Palconudo, fate riferimento ai London Grammar tra i Big, o ai Distinto nell’underground, e capirete quanta classe orbita nell’opera. I coccolanti fraseggi al piano di Lorenzo Marmorato in “Mangia la solitudine” danno quel tocco chic, unito al virtuoso vocalizzo di Elena, che sfodera persino nel clima pop-wave di “Sulla traccia”, con la frenesia à la Lene Lovich ed assoli di tastiera ad aggiungere gusto retrò. Invece, la contemplativa “Divento” si afferma per la stravaganza di coniugare un’acustica minimale e intrecci di speakeraggio che non t’aspetti. E come la mettiamo con “Birre e canzoni”? Tanto di cappello! Swing-pop extra-lusso con sussurri jazzy: autentico gioiello dell’album. Ora, un echeggiante synth introduce l’eterea “Sola”, in cui la suggestione cosmica pervade l’anima con dolcezza grintosa. Detto tra noi: non conviene rinunciare a spiccare “Voli essenziali”. Sarebbe una colossale occasione persa di librare nel sospensivo spazio temporale dei Palconudo, tra stellare fantasia e distintiva teatralità. (Max Casali)