recensioni dischi
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LARS FROM MARS  "Oh happy man"
   (2019 )

Lars Graugaard, pioniere danese della musica elettronica classe ‘57, torna con una nuova esplorazione nella techno, sotto il nome d’arte “Lars from Mars”. Con “Oh Happy Man”, uscito per la Clang Records, Lars approfondisce, nel tempo di cinque tracce, gli elementi tipici dell’ambiente: bassi potenti e fitte trame percussive. Ogni suono e ogni rumore è sottoposto a modifiche nel corso dei brani, seguendo un’improvvisazione che tiene conto dell’aspetto dialogante tra gli elementi. “Mochos”, “Gint” e “Ikk?” sono brevi esperimenti della durata di poco più di un minuto ciascuno. Nel primo, goccioline di texture formano una nebbiolina granulare, così come nel secondo, creando un’ambientazione fantascientifica, pertinente con la provenienza marziana dell’artista. Nell’ultima invece spiccano i bassi, talmente pompati che sembra di avere vicino a sé due subwoofer. “Anna Cook” dura 6 minuti, perciò c’è spazio per una prima conversazione sostanziosa fra gli impulsi sonori, in cui domina la scena un suono dal timbro nasale. Il basso è processato al punto da non percepire più la nota stessa, ma la sola vibrazione; un’operazione che viene ripetuta spesso dai vari eredi di Lars, come il duo tedesco Rechenzentrum. “Show Motion” infine è il viaggio più consistente, di dieci minuti, dove sopra il ritmo battente costante, suoni brillanti e levigati improvvisano incisi ritmici in cui anche stavolta la timbrica subisce importanti deformazioni nel tempo. Tutte le possibilità vengono sviscerate fino anche al parossismo, con una evidentissima voglia di divertimento in tutto il lavoro, trasmessa anche agli ascoltatori. (Gilberto Ongaro)