recensioni dischi
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LO-FI POETRY  "La mia band"
   (2019 )

Benchè a tratti piuttosto calligrafico ed allineato, ha buone risorse “La mia band”, cinque tracce che danno forma al secondo ep del trio vicentino Lo-Fi Poetry per New Model Label.

Diciassette minuti che si fanno notare ed apprezzare soprattutto per il valido lavoro di produzione di Luca Sammartin e per un certo gusto nell’elaborazione degli arrangiamenti (“Non svegliarmi questa mattina”). Troppo vicini in alcuni episodi al declamare dritto-per-dritto di Max Collini per risultare davvero originali (arduo esserlo laddove si opti per un recitato in italiano), brillano tuttavia per una eccentricità ben calibrata, mai eccessiva o soverchiante.

Rispetto ad alcuni passaggi didascalici (“Gli umori di te”, con la pur graffiante voce di Rozalda), rendono decisamente meglio quando osano di più, assumendosi qualche rischio e spingendo sul pedale di una creatività potenzialmente rigogliosa: accade nella scheggia nevrotica di “Lo spettacolo era orrendo”, nei tre minuti della title-track, grottesca ironia condotta ad un passo da Niccolò Contessa degli albori, ma soprattutto nella conclusiva “Quello che rimane”, tesa nel sound ed amara nel testo come il migliore Giacomo Giunchedi in versione Cadori.

La personalità c’è, deve solo esplodere senza giocare a nascondersi: da rivedere, con interesse. (Manuel Maverna)