recensioni dischi
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CAECILIE OVERGAARD  "There is a home"
   (2019 )

Il legame che sviluppiamo con le nostre stanze private, è qualcosa che solo ognuno di noi capisce. Base di partenza per visitare il mondo, o rifugio per scapparne, dalla “Home!” gridata in “Breathe Reprise” dei Pink Floyd fino alle “Canzoni dell’appartamento” di Morgan, la casa è un elemento ricorrente negli anni e nelle latitudini. In Danimarca, questa fascinazione è arrivata alla compositrice elettronica Caecilie Overgaard, giunta alla sua seconda pubblicazione: “There is a home”, appena uscita per Clang Records. Ci racconta che l’ispirazione è arrivata dal suo salotto, personale punto di equilibrio interiore. La trasposizione in musica ci rende una particolare elettroacustica che mescola rumori concreti, come un sacchetto di plastica strofinato (nella titletrack), con pad ed elaborazioni di percussioni quali marimba e grancassa. In “Mic test one” si sentono rumori di fondo, come i battiti sul microfono, e grattate, ma anche note di pianoforte, lente e costanti, sostenute a lungo. Nei brani spesso compaiono anche le armonizzazioni di una tromba. Modulazioni sonnolente, sessioni ritmiche flemmatiche, briciole di kick (in “Nightfly”) e battiti riecheggianti, restituiscono una certa staticità (emblematico, appunto, il brano “Static”), ma c’è una contemplazione rivolta al suono e all’evento rumoroso, e l’invito a immergercisi. In “Skyggeplet” una voce maschile ospite (Mathias Hammerstrøm) canta in danese delle malinconiche note ripetute, sopra un arrangiamento minimale ma evocativo. In “A simple mind”, il pianoforte viene elaborato per eseguire trilli impossibili da realizzare a mano, ed assieme alla tromba (ed alla pioggia) contribuisce a creare un certo clima notturno. Il buio continua con “Moondance”, dove la leggera ma fitta tessitura percussiva elettronica, sostiene suoni dal tono chiuso, che vengono aperti dal ritornare della tromba, che nei suoi squilli resta comunque solenne. Nonostante i climi dilatati, c’è sempre una sorta di bassa tensione costante, dei venti che mantengono attenti ad aspettare gli eventi, soprattutto nei sette minuti, in chiusura all’LP, di “Moondance”. “There is a home” conferma la direzione “organica” delle composizioni di Caecilie, che fissa un rapporto emotivo con la materia utilizzata e l’ambiente circostante, e in questo caso è come ci permettesse di fare tutti un giro nel suo salotto, più come stanza metafisica che fisica. (Gilberto Ongaro)