recensioni dischi
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BRIGHT LIGHTS APART  "Post utopia soundscapes"
   (2019 )

È uscito a metà febbraio il nuovo album dei veneti Bright Lights Apart, band veneta in piena evoluzione e reduce da alcuni avvicendamenti nella lineup. “Post Utopia Soundscapes” nasce dal desiderio dichiarato di scrivere musica come dei producer e, contemporaneamente, di conservare uno spirito quasi punk. Il risultato è un elettro-rock parecchio esplosivo, che ricorda in prima battuta quello dei Prodigy, ma anche i nostrani Bloody Beetroots. Il disco corre piuttosto veloce, esaurendosi in poco più di mezz’ora tra cascate di synth e ricami di chitarra e basso, che incarnano bene l’approccio del trio. “Post Utopia Party”, in apertura, richiama subito i Prodigy di “Invaders Must Die”: pur essendo lampante l’influenza, non si ha mai l’impressione che i veneti tentino di emulare la band del compianto Keith Flint e tutto ciò diventa più chiaro con gli approdi simil-techno di “Bad Morning” e quelli futuristici e distorti di “The Effects”. La successiva “Metropolitan Poem” mostra nuovamente i muscoli e alterna accelerazioni figlie di un drumming intenso à la Primal Scream di “XTRMNTR” a passaggi più ragionati e ambientali. Sul finale, “Uncomfortable Intents” si apre a scenari vintage, mentre “Worn Out”, arricchita dal piano, è un susseguirsi di saliscendi in atmosfere che avvolgono l’ascoltatore, poi “Anthems For Urban Hooligans” torna a spingere sull’acceleratore in una pioggia di elettricità. Compatto, ispirato e intenso, “Post Utopia Soundscapes” rappresenta un chiaro passo avanti per la band veneta e per un genere non troppo praticato in Italia. (Piergiuseppe Lippolis)