recensioni dischi
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FASTLANE CANDIES  "Polygene"
   (2019 )

A sei anni di distanza dal primo lavoro in studio, sono tornati i belgi Fastlane Candies. Fra un progetto parallelo e un altro, dopo aver abbandonato le influenze folk dell’EP di debutto, la band di stanza a Liegi ha cominciato a lavorare maggiormente nella direzione di un pop fresco e moderno, che per larghi tratti risulta magnetico e capace di incorporare diverse influenze, dalla new wave alla psichedelia, a cui vanno aggiunte le declinazioni più dreamy del pop. Le sensazioni sono parecchio positive sin dalle prime battute, con il giro ipnotico di “C’est la vie” e poi la leggera “Blue nights”, tra timidi accenni psichedelici. Con “Stars”, addirittura, i belgi regalano una coda che evoca dei Cure poco oscuri, e i richiami alla wave restano con la successiva “Make or break”. “Bye bye sayonara”, invece, si scioglie, si ricarica e riparte, imperniandosi intorno a un ritmo davvero zuccheroso e adesivo. Calano le tenebre su “Olvidame”, che comunica un forte senso di malinconia già a partire dal titolo, poi “En boucle” scorre sul confine tra dream pop e morbido ed educato shoegaze. In chiusura è stipato un potenziale singolone, come “Lester”, prima delle elucubrazioni di “Hamelin” e dell’inquietudine di “Danger”, che suggella un prodotto variegato ed estremamente interessante. Se l’attenzione dei musicofili per la nuova scena indie francese appare (meritatamente) in crescita, per il Belgio è difficile dire lo stesso, ma è lecito sperare che le cose cambino in fretta e che anche band come i Fastlane Candies possano avere la dovuta attenzione. (Piergiuseppe Lippolis)