recensioni dischi
   torna all'elenco


KEL ASSOUF  "Black tenere"
   (2019 )

Originario del Niger, Anana Ag Haroun vive in Belgio, ed inserendosi nello stoner rock porta con sé la cultura del popolo Kel Tamashek, quello che noi europei chiamiamo comunemente tuareg. Questo termine, che a noi fa capire subito di chi stiamo parlando (cioè i nomadi nel deserto del Sahara, coi loro tipici abiti blu), in realtà a loro sta stretto, poiché è stato coniato dai colonizzatori francesi. “Tuareg” definisce unitariamente diverse confederazioni, fra loro diverse. E allora Anana con la sua chitarra, assieme a Oliver Penu alla batteria e al tastierista-produttore Sofyann Ben Youssef, tornano col loro trio chiamato Kel Assouf, a rimarcare la propria specificità. Nell’album “Black Tenere”, appena uscito per la Glitterbeat records,, si sentono le influenze sia occidentali che quelle tradizionali: riff acidi ed abrasivi di chitarra, assieme ad ipnotici incisi di hammond, accompagnano melodie cariche di melismi arabeggianti (difatti la cultura dei popoli Kel Tamashek è influenzata in parte dall’Islam). In “Alyochan” il suono arriva gradualmente, come l’inizio di una tempesta di sabbia. In “Tenere” è chiara l’influenza hendrixiana, nel costruire il riff. In “Tamatant” invece, il suono si fa soffice, e la voce sembra quasi in preghiera. La direzione è spesso e volentieri psichedelica, come in “Ariyal”, e in “Taddout” la chitarra intona un tema solenne che sarà poi cantato. Il testo evoca elementi naturali, come antilopi, e un’acacia, il cui profumo sa di libertà e solitudine, lontano dal tumulto della vita di città (traduzione). Nell’intento dei Kel Assouf c’è sempre la volontà di testimoniare la tragica vicenda del proprio popolo, coinvolgendo con ritmi incalzanti anche le orecchie outsider, ma i testi si rivolgono soprattutto ai propri conterranei, per mantenere vivo il senso di appartenenza. Gli altri possono ascoltare la musica, ed apprezzare questo letterale desert rock, restando però esclusi dal raggiungimento del messaggio. (Gilberto Ongaro)