recensioni dischi
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BAZOOKA  "Zero hits"
   (2019 )

Il titolo non tragga in inganno, poiché il quintetto greco dei Bazooka ci vuole far credere che in questo album ci siano “Zero hits”, ed invece le loro formulazioni, tra new-wave, post-punk e psych, ci deliziano con un percorso assai catchy e coinvolgente. Chiaramente, occorre che il tutto sia, per forza di cose, un tantinello attualizzato per non cadere in clichè già sufficientemente logori ed abusati. L’abbondanza propositiva non manca: 14 pezzi in cui, di primo acchitto, l’utilizzo della lingua madre potrebbe risultare un azzardo, ed invece rivela che la band si trova confortevolmente a suo agio, e di non soffrire la tentazione di ricorrere all’inglese: lingua che useremo (per semplificazione) solo per indicare alcuni titoli di brani. Si comincia dal punk-garage di “Come”, che fila dritto come Bolt in cerca di nuovi record, e destabilizza subito l’orecchio con scuotimento perforante, mentre il basso galoppante di “Prison” disegna tracciati di inseguimenti polizieschi, ideale per una soundtrack di genere. A seguire, “Void” è carica di cori e fiati british, in bilico tra Dexi’s Midnight Runners e Kaiser Chiefs, innestando una marcetta vivace e deliziante. Tornano al punk serrato con “Alone”, dalle linee più ossessive e martirizzanti, con giri frullanti di basso e chitarra che non concedono respiro. Piuttosto stramba risulta “I’m tired”, dall’aria schizzata e delirante che viaggia sul treno vintage del movimento “Oi!” che fu. Al sopraggiungere di “Night shift” si respirano cantati frenetici e bassi spediti che ci riportano indietro all’epoca dei Devo. Invece, la molleggiata “Don’t look back” è quella traccia in cui, più di tutte, si avverte l’influenza del sirtaki che danza con passi di surreal- wave. La coppia finale “Soultana” e “I break anything” danno ulteriore conferma di come i Bazooka abbiano assimilato gli spartiti della terra d’Albione con impegno ed arguzia, riproponendo un sound che potrebbe apparire datato ma, grazie all’estro del combo, lo resuscitano e lo tengono vivo non in veste di antichi elleni, ma in virtù di intenti tenacemente modernizzanti, e “Zero hits” è uno squisito yogurt greco tutto da gustare. (Max Casali)