recensioni dischi
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YEARNIN'  "Take a look"
   (2019 )

Gli Yearnin’ sono un terzetto livornese che da pochissimo ha debuttato sulla lunga distanza con un lavoro ascrivibile alla voce garage, intitolato “Take a look”. Registrato in presa diretta, l’album si caratterizza subito per il suo approccio diretto, il suo suono ruvido e sporco, e per il fatto di “spettacolarizzare l’intimità della band”, che racconta la propria sofferenza e la propria malinconia, offrendo al pubblico il ruolo di “guardone”. Il disco si esaurisce in poco meno di quaranta minuti e sin dalle prime battute mostra con fierezza la sua attitudine lo-fi, con il suono muscolare della titletrack e le venature blues della successiva “The one you want”, poi “Take a look” si contamina anche di hard rock con i riff pesanti e ruvidi di “Poor boy”, non a caso dominato dalla chitarra. Il disco, a questo punto, entra nella sua fase cruciale, con le distorsioni e gli assoli di “No man’s land”, episodio un po’ più pulito degli altri brani, ma non privo del fascino lo-fi che informa tutto “Take a look”. Tocca poi al punk blues di “If I’m nothing (why are you knocking at my door?”, e all’intimismo di “Rescue me”, che deflagra nel finale dopo un avvio molto più ragionato. Gli Yearnin’ debuttano con un album dal sapore vintage, suonato bene e decisamente riuscito nel suo complesso. (Piergiuseppe Lippolis)