recensioni dischi
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MEGALE  "Imperfezioni"
   (2019 )

Esordio per il duo Megàle che, in otto tracce, segnano le “Imperfezioni” di due mondi musicali: quello acustico e quello elettronico, che si fondono in una sapiente miscela emotiva e suggestiva in grado di spingere l’ascoltatore ad un profondo esame di coscienza sulle proprie “Imperfezioni”. Stefania Megale e Francesco Paolino sono i protagonisti di questo capolavoro introspettivo che non lascia nulla al caso, a partire dalla opening e title track. Una vivacità musicale cui fa da contraltare una vocalità chiara, limpida ma decisa a scavare lungo le imperfezioni del corpo e del carattere su cui poter basare un vero e proprio sentimento d’amore. “Lussuoso Benessere” segue l’introspezione e la verve del brano precedente tra arpeggi acustici e un sottofondo elettronico, piacevole quanto ammaliante contrasto. “Stato Di Quiete”, a dispetto del titolo, risulta empatica vocalmente e sonoramente enfatica, con venature elettropop che proiettano lungo gli anni ‘80 senza perdere il suo ancoraggio alla modernità. “Scarsa, Scarsissima Personalità” ha un inizio fluttuante come le onde del mare, per poi trasformarsi in un dirompente synthpop che non perde mai la dimensione evocativa di un testo che deve essere ascoltato e riascoltato per essere ben interiorizzato. “DormiVeglia” non devia dal solco scavato dalle tracce precedenti e prosegue lungo la via dell’autoanalisi lungo i meandri della propria coscienza. “Mormora La Luna” assume le atmosfere cupe e sinistre di una luna coperta dalle nuvole e lascia spazio ai “Viaggiatori Onirici”. Un canto ammaliante, come la voce delle sirene, richiama l’attenzione alla prosecuzione del viaggio verso il profondo del proprio io. Il disco si chiude “Sull’Acqua” con la sua intro scandita dalla precisione di tanti orologi che segnano ritmi frenetici con i loro ticchettii e si trasformano in una sinuosa melodia che esalta il pathos della voce. Un maturo esordio, quello dei Megàle, con sonorità in controtendenza e testi in grado di sopraelevarsi su un mare di banalità per esplorare invece lo spazio più intimo e profondo dello stato d’animo. Il tutto senza perdere il senso di una musicalità che spazia sapientemente lungo diverse tendenze musicali che nel complesso sono armoniose. Un ottimo lavoro che merita una grande attenzione da parte di chi si appresta all’ascolto. (Angelo Torre)