recensioni dischi
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GABRIELE LOPEZ  "Linee"
   (2019 )

Gabriele Lopez è un cantante, polistrumentista, compositore e doppiatore romano giunto al quarto album della sua carriera, intitolato “Linee”, che arriva dopo “Nuove direzioni” del 2008, “Il pianeta interessante” del 2012 e “Lopez” del 2014. Con il nuovo lavoro discografico, Gabriele Lopez si avvicina a quel filone folk pop che negli ultimi anni ha ridotto le distanze tra Europa settentrionale e Stati Uniti. I brani sono nove, otto dei quali in italiano, dominati da strumenti acustici (tutti suonati da Lopez) come l’ukulele, oltre alle chitarre classica e acustica, e da atmosfere lievi, spesso dilatate, che non celano la grande attenzione per la melodia. L’album si apre con l’elegante “Allo specchio”, impreziosita anche dagli archi suonati da Andrea Di Cesare, come accade anche nella successiva “Il meglio di me”, appena più robusta e orientata verso classici schemi pop, e nella trasognata “Non è mai finita”, insieme all’opener uno dei passaggi più ispirati del lotto. Nella seconda metà, invece, svetta “Sogno lucido”, con la sua spensieratezza inserita in note di folk rarefatto e la grande carica espressiva della voce di Gabriele Lopez. Suggellato dal respiro internazionale di “Your silly song”, “Linee” è figlio di una scelta che ha pagato: non si può dire che la nuova direzione folk pop rappresenti una vera e propria rivoluzione, ma questa nuova veste produce buone sensazioni per tutta la mezz’ora di durata. (Piergiuseppe Lippolis)