recensioni dischi
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KOM  "Grazie Vasco"
   (2019 )

Da un recente censimento, condotto in Emilia-Romagna, è emerso che solo in questa regione sono attive circa 500 cover-band di Vasco Rossi. Moltiplicate poi per altre 20 (regioni) e avrete idea dei numeri di questo fenomeno. Ma, un conto è strimpellare e scimmiottare l’originale, ed un altro è quello di dare un senso credibile al progetto, come forniscono formazioni come La Combriccola del Blasco, o Non Siamo Mica Gli Americani. Anche gli abruzzesi Kom rientrano in quest’ultima categoria con la differenza che, stavolta, debuttano con i 6 inediti (+1 cover) di “Grazie Vasco”: 25 minuti che allevieranno la fame d’attesa ai fans del Sig. Rossi, tanta è la sbalorditiva capacità dei Kom di assimilare i suoi spartiti in maniera maniacale e viscerale. La title-track d’apertura è avvalorata dalla prestigiosa presenza di Claudio Golinelli, storico bassista del Blasco, e la band, citando un collage di titoli famosi, scrive un testo osannante al loro idolo, facendo cullare chitarre fedeli all’originale ed implementando assoli graffianti; e, all’atto di alzare la tonalità, la traccia guadagna godibilità, mentre “Il tuo profumo nell’aria” introduce l’olezzo di una centrata ballad, sempre sospesa tra romanticismo e grintose scoccate narrative, e l’allestimento sonoro desta enorme sorpresa per come questi ragazzi sappiano ricreare quello speciale mood che solo Vasco sa trasmettere. Le iniziali grattate di chitarra di “Mentre dormi” fanno pensare a “Rewind”, ma i Kom non sono mica fessi nell’incappare rischi di clonazioni ed attaccano accordi rilevanti per dar forma ad un rock sanguigno con un suo distinto perché. Anche “Scateniamoci” è all’altezza della situazione, con un loop granulare sottotraccia che marca l’insieme in un bel crescendo esecutivo, pensato per dare maggiore aderenza e riferimenti al mondo dell’illustre rocker di Zocca. A dirla tutta… “Sto pensando che” questa farà battere non poco i cuori per il denso proclama amoroso che vibra nella lirica, in cui il singer Mirco Salerni fa la sua “porca figura” interpretativa, senza far rimpiangere il suo beniamino. Orbene, è qui la “Festa”? Ovvio! Esplosiva con l’aggiunta di ricami più drammatici in cui non ci sono fughe che tengano, ed è impressionante sottrarsi al suo acido incalzare, perché il conseguente coinvolgimento è d’uopo. Infine, la rilettura di “Vivere una favola” si lascia apprezzare per come i Kom abbiano inferto densità all’ensemble, con maggior apporto di giri di chitarra e un bel scendiletto di tastiere seventies. Insomma: un conto è fare cover (e ci sta se sono fatte bene!) ed un altro è scrivere validi inediti. Grazie alla vastissima esperienza consumata sul (Fronte del) palco, il combo abruzzese ora brilla di luce propria. Detto questo, ci sentiamo in dovere di lanciare un modesto suggerimento: ossia, quello di provare a distaccarsi un po’ dall’universo di Vasco , in quanto siamo certi che, con la loro tecnica e maestria,questi ragazzi sapranno condurre un discorso ancor più personale, e potrebbe rappresentare un rammarico se perseguissero l’intento di sembrare sempre Kom(e) Lui. (Max Casali)