recensioni dischi
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IL SEGNO DEL COMANDO  "L'incanto dello zero"
   (2019 )

In ''L’Incanto dello Zero'', Il Segno del Comando mescola sonorità e sensibilità prog a passaggi dark, psichedelici e oscuri, con la volontà di creare un mix originale e ambizioso. La band riesce nel suo intento, e offre così nuova linfa a un genere, il prog, che in Italia continua a sfornare tanti artisti di qualità.

Là dove il talento dei Pink Floyd, il virtuosismo dei Genesis e la fame di sperimentazione di David Bowie si incrociano, Il Segno del Comando prova a prendere forma. Non è facile confrontarsi con tali giganti: la band lo sa e affronta la missione con massima umiltà. Il gruppo genovese, attivo dal 1995, non si spaventa di fronte a nulla e dimostra di avere al suo interno persone di grande valore e di altissima serietà. Non c’è solo prog; al contrario, nel disco sono maggiormente protagonisti i momenti goth-rock, industrial e dark-horror, che creano un’atmosfera straniante e cupa. Come per i dischi precedenti, anche per questo la band utilizza una fonte letteraria celebre e di culto: si tratta dell’omonima opera letteraria di Cristian Raimondi, a tutti gli effetti un membro della band.

Passando in rassegna le tracce che compongono il disco, si nota sin da “Il Senza Ombra”, esordio col botto, che la band cerca soprattutto atmosfere tese e inquietanti. “Il Calice dell’Oblio”, grazie a un lavoro tastieristico da applausi, sfiora il genere gothic e ha punte prog splendide. I momenti oscuri, come “La Grande Quercia”, “Al Cospetto dell’Inatteso” e “Il Mio Nome È Menzogna”, robuste, convincenti e davvero ben prodotte, sono bilanciati da brani più propriamente prog e psichedelici, come “Lo Scontro”, un viaggio intergalattico che merita di essere ascoltato più di una volta, “Sulla Via della Veglia”, episodio in puro stile Genesis, e “Le 4 A”, la cui parte ritmica è ipnotica e seducente.

Anche i contributi vocali convincono, così come la versatilità del gruppo, che si dà quasi al jazz in “Metamorfosi”, un episodio a tratti acid e a tratti soft, e al rock classico in “Nel Labirinto Spirituale”. La chiusura pacificatrice spetta ad “Aseità”. Il Segno del Comando ha colpito ancora nel… segno. (Samuele Conficoni)