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DELTA V  "Heimat"
   (2019 )

Data astrale: 25 gennaio 2019. Un giorno da ricordare per i fans dei Delta V. Infatti, dopo 13 lunghi anni, esce il loro nuovo lavoro intitolato "Heimat". Avevamo lasciato il comandante Carlo "Straker" Bertotti e il colonnello Flavio "Foster" Ferri alle prese con la perdita di stimoli e, nonostante un contratto con la EMI per la pubblicazione di altri due cd, decidono coraggiosamente di fermarsi nel 2006 dopo cinque splendidi album. Chi scrive li ha sempre amati incondizionatamente per quella loro capacità di costruire gioielli di pop elettronico con vari rimandi alle serie vintage di fantascienza (''UFO'' su tutte) e alle splendide colonne sonore anni '70 (''Attenti a quei due'', per esempio). I testi poi, mai scontati e pieni di citazioni, completano il quadro. Per anni, durante la loro assenza le notizie latitavano e la fame si placava con la ricerca delle varie b-sides e di altri inediti sparsi su varie compilation. Finalmente nel 2016 qualcosa si muove con la notizia di un nuovo progetto e, piano piano, si susseguono le news. Marzo 2018: rilasciano il primo video del nuovo progetto, "L'inverno e le nuvole". Poi è la volta, quattro mesi dopo, del brano "Il cielo che cambia colore". A fine agosto esce il primo singolo "ufficiale", "Domeniche di agosto". La voce come da tradizione è affidata ad una donna. Dopo Francesca Tourè ("Spazio" e "Pioggia rosso acciaio"), Lu Heredia ("Psychobeat") e G. Kalweit ("Monaco '74" e "Le cose cambiano"), è la volta di Marti (ovvero Martina Albertini). Contattata inizialmente solo per dei provini, poi brillantemente promossa sul campo. Le canzoni di "Heimat" (termine che richiama il concetto di casa, quindi senso di appartenenza) formano un robusto e omogeneo tappeto sonoro che richiama gli anni '80 '90, intraprendendo però la strada di un sostanziale rinnovamento, rimodernando il tutto. "Il cielo che cambia colore" ricorda a tratti i teutonici Kraftwerk e gli OMD con l'aggiunta della loro tipica melodia. Per "Disturbano" si sconsiglia l'ascolto in auto, impossibile stare immobili. "Io sto bene" è una riuscitissima cover (stravolta) dei CCCP lontanissima dall'originale. "Disubbidiente", la cazone più lunga dell'album, per nulla scontata, vira su atmosfere anni '90 con sperimentali parti strumentali al suo interno. "Domeniche di agosto" è il riuscitissimo singolo dal sound trascinante e un testo che parla di ricordi adolescenziali, chiaramente autobiografici. Il trittico "30 anni" (il secondo singolo), "Gli aeroplani" e "Come un missile", dislocati a metà album formano una sequenza riuscitissima. "Heimat" contiene una ghost track, intitolata "Fantasma", la quale sembra uscita da "Psychobeat" che, incredibilmente potrebbe essere un potenziale singolo, cosa inusuale per una traccia fantasma. Fuori dalla tracklist una mini-canzone della durata di un 1' e 36", "Bastiani", che in coda riprende certi temi eleganti di "Monaco '74", tipiche delle soundtrack di Umiliani e Cipriani. "San Babila ore 20", rimasta anch'essa fuori con grande dispiacere del Bertotti (ormai il cd era in uscita), è una canzone tratta da "Pioggia rosso acciaio". In origine la voce era frutto di una programmazione computerizzata, qui la convincente interpretazione di Marti le dà un nuovo spessore e dà risalto al testo evocativo e impegnato. In conclusione, siamo in presenza di un lavoro molto apprezzato dai fan e dagli addetti ai lavori che, ad ogni ascolto, regala sempre emozioni nuove e si presenta come il loro lavoro più maturo e sentito. Lo spirito, come dice Carlo, "è quello di tanti anni fa, ma non c'è nostalgia del tempo che fu. Guardare al passato per trovare la forza nel ricordo". "Heimat" guarda al futuro: Base Luna è tornata, lunga vita ai Delta V! (Maurizio Trusso Cafarello)