recensioni dischi
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CAMILLA SPARKSSS  "Brutal"
   (2019 )

Mah, non saprei, boh... Come direbbe la stessa Sparksss, estremamente brutto? Estremamente bello? L'album si apre con ''Forget'', una canzone molto potente. La voce dell'artista svizzera-canadese si adagia sopra, sexy e sofferente. Poi, sul più bello, quando i tappeti sonori ti portano in alto, finisce. E inizia ''Are you ok?'', una domanda che dovremmo fare e farci più spesso. E' la terza traccia: ''Womanized'', la voce, ancora predominante, cambia tonalità e approccio. Si sentono delle riminescenze di una club culture nostalgica, ma poi arrivano anche i Nine Inch Nails, in versione soft. ''She's a dream'' è la canzone meno elettronica di tutto l'album, non c'entra niente con le altre. Se non fosse per la voce, potrei pensare sia un altro artista. E va bene così. Quando ormai ti sei abituato al sound di ''Brutal'', la quinta traccia rigetta adrenalina nelle vene. Le ultime due tracce ''Walt Deathney'' e ''Sorry'' sembrano omaggiare The Prodigy, la scena islandese e un pochino Die Artwood. Tuttavia, ogni traccia è originale e diversa dalle altre. Si passa da un electro pop lo-fi, collage melodici, pazzie post punk, a cori imperanti e puro sperimentalismo. Ma è la voce il filo conduttore di tutto l'album. Orgasmo artistico. Se avessi ancora quindici anni, correrei in bagno ad ascoltarlo... (Matteo Preabianca)