recensioni dischi
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THE KALWEIT PROJECT  "Swiss bikes"
   (2019 )

Georgeanne Kalweit è la mente del Kalweit Project, ensemble che propone un alt rock sognante, con quella chitarra, a volte jingle jangle e a volte riverberata, come piace a Lynch per le sue scene oniriche dentro il Bang Bang Bar (Roadhouse). Nell’EP “Swiss bikes” ascoltiamo cinque esempi di questa scelta. Dalla titletrack, possiamo sentire un refrain dai cori soffici, mentre “Seriously furious” è un rock più deciso, dove Georgeanne, pur pronunciando parole rabbiose, si mantiene fredda e calma: “Seriously furious, and I kick you over”. Sembra un pezzo stile Cardigans. “Love american style” è invece caratterizzata da lunghe strofe dove restano presenti solo la voce, che si disperde nell’aria, e una cupa chitarra elettrica. La sezione ritmica interviene solo nei ritornelli, ma senza invasività. “My beast my feast” alterna fasi tranquille ad un energico momento distorto, la componente ipnotica resta quella principale. Un titolo che farebbe triggerare molti è l’ultimo, “The Earth is flat”, ma possiamo tranquillizzarci e non segnalare i Kalweit Project a Enrico Mentana, dato che il ritornello recita: “The Earth is flat, please make it round again”. Dobbiamo andare oltre il primo senso delle parole. Inoltre, questo pezzo di chiusura è una tenera ballata in 6/8, con la tipica chitarra molle, che rinnova l’immaginario collettivo fatto di feste di fine anno dei college, abbracciati nel semibuio su un pavimento a scacchi. The Kalweit Project si presenta dunque come una proposta densa di vapori e suggestioni notturne, un soft rock in dormiveglia per guardare alla realtà con sguardo surreale. (Gilberto Ongaro)