recensioni dischi
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SPIGO  "Luci stanche"
   (2006 )

Innanzitutto la copertina. Bellissima. Il viso corrucciato di questa bambina (presente anche in altre immagini del booklet) vale più di mille dichiarazioni. Ed il titolo "Luci stanche" a cadere dall'occhio destro, come fosse una lacrima. Quando i bambini fanno una faccia così può voler dire solo due cose: o stanno cercando di "fare gli arrabbiati", ed allora ispirano solo tenerezza, oppure (ed è il nostro caso) sono realmente scandalizzati. Ed allora bisogna sul serio preoccuparsi. Perchè ciò che è inaccettabile agli occhi dei più piccoli è ciò che è realmente grave. E' ciò che può davvero distruggere il mondo. Non a caso, il Vangelo recita "guai a voi se sarete di scandalo al più piccolo dei bambini: meglio sarebbe stato, per voi, che vi avessero legato una mola al collo e vi avessero gettato nel fiume". Copertina bellissima, lo ripeto. Ed album ugualmente bellissimo. Vicentini, sui palchi dal 2002, moltissimi concerti alle spalle, due demo all’attivo ('Spigo' del 2003 e 'L’inaffidabilità della pioggia' del 2005), ecco finalmente gli Spigo alla prova del fuoco con il loro primo full-length uscito per la neonata etichetta BAD FLOWER RECORDS. Classica formazione rock (chitarra-basso-batteria), i tre ragazzi sprigionano un muro sonoro di tutto rispetto. Ed un'inquietudine alla pari della suddetta copertina. Inquietudine alla quale contribuiscono non poco i testi, mirati e bellissimi. "Sono un angelo malato, e il mio male son le ali... sono un angelo malato e il mio nascere mi offende... scegli pure un'ossessione e non aver paura, io te ne farò dono". Dieci brani plumbei e densi, registrati e mixati da Matteobass al Groova Recording Lab di Breganze (VI) e masterizzati al Nautilus Mastering di Milano dalle sapienti mani di Claudio Giussani. Gli Spigo hanno realizzato un disco a metà tra le visionarie distorsioni dei Marlene Kuntz ed il noise acido di certi Sonic Youth. Ascoltatevi "Docili", piccolo-grande capolavoro che esprime tutto ciò che troverete nel disco, musicalmente e concettualmente. E non potrete, ascoltandola, che ritornare con la mente a quel viso. A quella bambina che trovate in copertina. Il mondo è così malato, così senza speranza? Non lo so. Però questo cd fa pensare. Non è già abbastanza? (Andrea Rossi)