recensioni dischi
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PICCIOTTO  "TeRAPia"
   (2019 )

“TeRAPia” è il nuovo album di Picciotto, al secolo Christian Paterniti, rapper palermitano in passato protagonista con i Gente Strana Posse, un collettivo siciliano legato ai centri sociali. Il passato di Picciotto, infatti, è stato segnato da esperienze nel sociale e dall’impegno politico, e questa attitudine naturale non sembra scemare col nuovo album, che analizza un’intera generazione con sguardo lucidamente severo. Da un punto di vista meramente musicale, Paterniti sceglie un’impostazione più matura, con un rap che si avvicina al cantautorato grazie ad arrangiamenti spesso arricchiti dagli archi, ma è importante anche il ruolo dell’elettronica, privilegiata nelle basi rispetto al reggae ed a schemi rap più classici. Nel disco, comunque, oltre alle diverse influenze musicali, sono tanti i temi affrontati: per quanto sia centrale la figura di Palermo, così bella e così difficile com’è descritta in “Capitale”, Picciotto riflette sulla vacuità della domanda “come stai?” nell’omonimo brano, sul fare politica al tempo dei social (“Hashtag la victoria”, con la partecipazione di Roy Paci e Shakhalab), sulla sua esperienza da cooperante in Libano (“Come non ho fatto mai”), sugli abusi delle forze dell’ordine (“Lividi”, con i featuring di ‘O Zulu e Davide Shorty dei 99 Posse), ma anche sull’amore (“Ancora vive”). Nel finale, invece, cambia un po’ l’umore, con il rock di “Colloquio” e la rabbia di “Incubo”, prima di “Terapia popolare” che rappresenta un po’ il manifesto artistico di Picciotto. “TeRAPia” è un ritorno positivo, al netto di qualche piccolo momento di affanno, col quale il rapper palermitano mostra tante belle idee e, come sempre, ottime capacità di scrittura. (Piergiuseppe Lippolis)