recensioni dischi
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SILVIA ODDI  "Niente a metà"
   (2019 )

Esce per Gnu Wave il nuovo disco di Silvia Oddi, “Niente a metà”. A tre anni dall’esordio nel 2016 con “Ingenua felicità”, Silvia ci propone otto canzoni pop rock, dove si è divertita ad inserire suoni smaccatamente anni ’80, in linea con gli ultimi respiri di questo revival che ha permeato gli anni ’10 che stanno per terminare. Ma forse Silvia pensa già al futuro, e tra queste sonorità synthpop inserisce “Chiodo nella testa”, che invece ammicca agli anni ’90, che stanno ormai scavalcando il decennio precedente. Il pezzo mette la chitarra elettrica al centro, e gli accordi toccano qua e là delle settime e delle none, e nel complesso come ambientazione ricorda Paola Turci. La voce e le parole hanno un tono un po’ ironico: “In questo tempo le relazioni si trasformano molto in fretta, da sincere intenzioni ad ambiguità perfetta”. Esplorando il resto dell’LP, eccoci ritrovarci nella new wave. Con “Mappamondo” sentiamo un riff di pianoforte con eco da new romantic, e un sorriso viene a sentire i fill sintetici di drum machine, mentre accompagnano la voglia di viaggio della Oddi, intenta a guardare il globo: “Il mio dito scivola su mari e sugli oceani sempre più azzurri, sulle dune e sulle vette che mi appaiono piatte, ma le mie mani vorrebbero accarezzarti la pelle”. In “Trasparente” invece, sentiamo addirittura un vecchio arpeggiatore e i colpi di viole tipici della disco, mentre Silvia canta sempre sfrontata: “La luna è un po’ storta, settembre alla porta. Mi vanto dei miei sogni!”. “Se soffiasse il vento” ha una melodia suonata dal synth, che – forse involontariamente – cita “Black out fall out” dei Polysics, ed è coerente nello stile. Questo è un perfetto pezzo radiofonico. Ancora tanta voglia di vivere nella titletrack: “Sguardi, colori, sete di cielo. La tua frenesia sfidava la mia (…) un bisogno naturale di sé stessi, di non guarire senza prima farsi male come fessi. Fatti trovare felicità, sei come un sasso, ora io mi sposto”. La synthpop diventa una corsa in “Lei, lui”, che descrive le situazioni di lei e di lui, prima che si incontrino, cercando l’amore ma anche il coraggio. Pezzo atmosferico “Cielo spettatore”, che osserva soldati, uccelli da un punto di vista diverso: “Qualche bambino fa volare il suo aquilone, ignaro anche il suo candore, a curiosare fra le nuvole, un cielo spettatore”. Ed infine “Kissenefrega”, dove, su un pop rock, a bassa voce Silvia intrattiene con un testo sbarazzino: “Troppi sogni ancora per impormi, adesso regole, sconterò il peccato di esser nata libera, di poter pensare, chi se ne frega se poi pagheremo, chi se ne frega se santi saremo, tra l'inferno e il paradiso, tutto ormai è già deciso, scelgo un posto più incazzato, quel che voglio e quel che fa per me (…) non fa più paura il giudizio biblico”. “Niente a metà” è un disco leggero, che scorre veloce come i suoi suoni, e sostiene la personalità solare e simpatica di Silvia Oddi. (Gilberto Ongaro)