recensioni dischi
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VIKY  "Tra le mie coste"
   (2019 )

Il nuovo EP del bergamasco Viky, giovanissimo cantautore, chitarrista e anche scrittore, giunge nel panorama musicale italiano a tre anni dal suo debutto con il primo progetto. Questo “Tra le mie coste” racconta una storia in tre puntate, più un intro e un outro (quasi completamente strumentali): l’arrivo di una tempesta, una zattera di fortuna e infine uno scoglio a cui aggrapparsi. Dietro l’allegoria del naufragio (emotivo) si cela la capacità tipica dell’età giovanile di vivere a mille le proprie emozioni. E la frase che secondo lo stesso autore racchiude l’essenza del fisco è: “forse stare soli è davvero l’unica, così se anneghi almeno non devi chiedere scusa”. Il pregio principale di questo ragazzo (che sembra aver molto da dire, sia pure tra alcune ingenuità letterarie e musicali) è quello di riuscire a personalizzare il proprio sound grazie all’uso dell’elettronica all’interno di uno stile tipicamente “cantautorale”, espediente che rende questo EP piacevole e nient’affatto scontato. La voce è un po’ troppo “tirata”, i limiti sono molti e ci stanno tutti, ma certamente la versatilità e poliedricità artistica di Viky ne fanno un nome da tenere d’occhio per gli anni a venire. (Francesco Arcudi)