recensioni dischi
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TACOBELLAS  "Total 90"
   (2019 )

Valentina Gallini è una tipa tosta, che abbiamo già incontrato nel suo precedente trio punk Lomax, dove conoscemmo il suo sound graffiante di chitarra e le sue parole d’amore controcorrente, come “Non vedo l’ora che muori”. Adesso, insieme a Greta Lodi alla batteria, ha dato vita ad un power-duo chiamato Tacobellas. Sono in due ma sembrano in quattro, tanta è la forza sprigionata da entrambe. Nel loro album “Total 90” ci sono 8 bombe che fanno venire giù i muri, a partire da “Cut” (inspiegabilmente interrotta da un finale 8bit da Game Boy). Valentina è passata dall’italiano a cantare in inglese, e nel suo caso la scelta calza bene. La sua voce beffarda e strafottente si avvicina a quelle delle riot grrrls che alzarono i toni negli anni ’90, a partire dalle Bikini Kill. La prova del nove di quest’attitudine è assolutamente vincente, con la performance in “Rays Gig”, brano di un minuto e sedici secondi che da solo basta a far capire di che pasta siano fatte le Tacobellas. “Elephanttt” si apre rovistando fra il casino, per trovare le bacchette della batteria. E via di riff pesanti, vere sberle in breakdown. “Hangover” presenta una lunga digressione strumentale distruttiva, mentre la voce e il suo sarcasmo pungente è fondamentale in “Honey”, sopra il suono grezzo di una chitarra abrasiva, che non fa rimpiangere i migliori Verdena. Potenza sprigionata anche a battiti lenti, in “Spin”, che inizialmente presenta accordi cadenzati di chitarra non troppo banali. Il testo della titletrack presenta diverse citazioni, da “I want candy” a “Psychokiller”, su una situazione sonora straniante. Infine “TTF&F” si rivela un brano più strutturato, che dimostra la capacità del duo di variare. Non stupisce che le Tacobellas si stiano facendo notare in fretta, in questi anni di regressione maschilista della società. Ma la prerogativa che spicca del power duo non è tanto una posizione politica né “rosa”, quanto una semplice e insana voglia di fare del sano baccano, e di riuscire a farlo strabene! (Gilberto Ongaro)