recensioni dischi
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SAVERIO D'ANDREA  "Anatomia di una colluttazione"
   (2019 )

“Anatomia di una colluttazione” è l’album di debutto di Saverio D’Andrea, cantautore campano che ha voluto fotografare fasi di una relazione amorosa, con un’analisi a posteriori critica e lucida. Prodotto da Valter Sacripanti e registrato tra Caserta, Napoli, Terni e Roma, nell’opera prima di Saverio D’Andrea troviamo dieci brani le cui principali coordinate stilistiche sono il cantautorato e un pop fresco e abbastanza moderno, ma non mancano parentesi che richiamano anche una certa tradizione surf e, in altri casi, addirittura tracce di country. L’album si apre proprio col pop di “Hai perso la testa per un pazzo”, ma già “Casalingo” vira verso un sound più danzereccio simil-swing. “Superpoteri” si affida a più classici schemi cantautoriali, con un’atmosfera dilatata e vagamente onirica a fare da contorno, prima di escursioni surf (“Nomi cose città”) e di momenti più festaioli e ironici come “Grammatica drammatica”, che spinge decisamente sull’acceleratore. L’alternanza prosegue puntuale con l’essenzialità di “Lacuoratore” e l’ottima “Soldato vagabondo”, al netto della sua struttura tutto sommato semplice. Il disco recupera l’umore delle sue fasi centrali in occasione di “Sola andata” e la muscolare “Tua culpa”, prima di un atterraggio morbido con “Le poesie sulla luna”. Pur essendo un pelino acerbo in qualche frangente, l’album di debutto di Saverio d’Andrea si rivela un lavoro globalmente convincente e rappresenta un bel punto di partenza per la carriera dell’artista campano. (Piergiuseppe Lippolis)