recensioni dischi
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CORNOLTIS  "Qlandia"
   (2019 )

Deve tirare proprio una bella aria a Bergamo, se la stessa città ha dato i natali ai Pinguini Tattici Nucleari, formatisi nel 2012, e ancor prima ai fratelli maggiori Cornoltis, nati nel 2008; e si potrebbe saltare indietro di decenni, per arrivare ai colpi di tosse a tempo, in “Disco Band” dei bergamaschi Scotch… Insomma, la capacità di essere irresistibilmente demenziali è di casa. Il nuovo LP dei Cornoltis si chiama come il posto dove si trovano gli oggetti perduti: “Qlandia”. 8 canzoni dove un punk rock melodico di base, lascia spazio a digressioni fuori genere, a seconda del testo. Come nel caso di “Good sensazioni”, uno stereotipato reggae dove si parla di una droga che “non funziona”, la canapa light: “Canapa light, la fumi e non ti divertirai”. Lo stesso brano si deride da solo: “Che palle questo suono di pianola, stai suonando lo stesso accordo, più o meno da mezzora”. I giochi di parole a tema si sprecano: “Devo prima passare alle poste, c’è un avviso di Jahcenza (…) Che cazzo mi hai venduto, porcoZion (…) Se sogni la Giamaica continua pure a sognare, che tanto a Garbagnate ci devi rimanere”. Vista l’intensa attività live, il pezzo d’apertura “Il bibliotecario” inizia con le urla del pubblico. Il pezzo, scorrettissimo, esprime il desiderio di fare il bibliotecario, “perché è un lavoro straordinario (…) se ci tenete a farvi il mazzo, io tutto il giorno a fare un cazzo!”. Poi si passa ad un importante tema sociale: le torte salate preconfezionate, portate alle feste, nel pezzo “Usi e abusi delle torte salate dal XIII sec. ad oggi”. Pare che i Cornoltis non gradiscano: “La tua torta è una merda, il retrogusto sa di culo e di tartufo! La tua torta è una merda, e mi sembra di leccare il corrimano delle scale!”. La velocità aumenta ancora con “Gli striscioni degli sposi”, brano tutto dedicato alle scritte che gli amici goliardi riservano agli sposini: “Al mare lei ti ha incontrato poi avete chiavato / tu volevi il didietro poi invece è nato Pietro / all'inizio era bello, usavi il pisello / trombavi di brutto, da domani sei a lutto”. Con una dolce melodia chiaramente stile 883, si passa ad un argomento letteralmente più spinto: la stipsi, con “Feci difficili”: “9 kiwi ed una prugna, sì mi basteranno (…) contraggo i miei muscoli e spero nella gravità”. Sorprende una base EDM per “Il mio carrozziere”, canzone sul meccanico che, per quanto tu gli dia un’auto con una leggera ammaccatura, lui decide di “cambiar tutto”. Sempre con rime improbabili: “E’ per te che rimango in mutande, è per te che ho dato via la stampante”. Una fugace citazione a “Come mai” conferma il legame bonariamente irrisorio con Pezzali. Per una coppia in crisi di astinenza sessuale, si propone “Sexcel”, un immaginario programma del pacchetto Office per darsi un ritmo: “Far l'amore con Excel, mi va bene la versione free del 2003”. L’album irriverente si conclude con il lento acustico (con la funzione di “Good Riddance” dei Green Day), chiamato “Se non scopiamo con questa…”, rivolta alle donne in posa sui social, che accompagnano i loro scatti sexy con citazioni auliche: “Io non capisco la connessione tra la filosofia e le tue chiappe nude, non mi è ben chiaro quale sia il nesso tra i tuoi seni all'insù ed il neoplatonismo”. Ma l’argomento non viene sviluppato in maniera moralistica, anzi ci si diverte ad andare fuori tema: “Aforismi di Bukowski sotto il tuo piatto sushi, le frasi di Mandela che è stato apartheidato, poi l’hanno liberato, e poi mi sembra è morto, mi pare l’anno scorso, dipende quando ascolti il pezzo”. Risate garantite per tutti… tranne per i bibliotecari più permalosi! (Gilberto Ongaro)