recensioni dischi
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SIVERAL  "The future is analog"
   (2019 )

Il trasporto emotivo non manca e neanche una ricerca di stili non consueti, nel debut-album della band milanese dei Siveral: un quartetto che esalta qualità d'onesta e alacrità scritturale, altrimenti non sarebbe possibile realizzare un disco così: potente, vibrante, trasparente e passionale. 10 tracce che se la giocano ad essere la più bella del reame, ma la scelta non ci sarà poichè, se fatta, si farebbe torto alle altre. Certamente, nell'ascolto si potranno scorgere echi di Porcupine Tree, Tool, Apparat e (perchè no?) anche dei nostri Planet Funk, ma la plasmatura del tutto ha personalismi di rilievo e l'inizio non può aspettare. Un synth scalpitante apre "Awake", in un narrato accorato che ne testimonia aspetti di forte impatto. Le tastiere acide di "Dreamer" ci ingoiano in un ipnotico stato d'animo che lascia alquanto interdetti. Non confonda l'estraneazione all'inizio di "El.Ga" perchè, in itinere, ha tutt'altra identità malleabile, direzionata verso contorni di emo-rock. Con l'anima tenebrosa ed intensamente post-rock, la titletrack si effigia di un bel tessuto compositivo. Invece, il basso trasportatore di "Call" ha la capacità di sostenere una traccia dall'insolita intensità esecutiva. "My deceit" non nasconde la volontà di spolverare anche accordi di chitarra acustica, disciolti presto in un impasto post-prog, con tanto di tromba altison(orizz)ante, mentre "Life gravity" ha veemenza narrativa e una ricchezza compositiva che, in alcuni passaggi, rimandano alle dispersioni immaginifiche dei Tears For Tears. Taglia il traguardo "Regentanz", in cui ci si addentra in oscurità labirintiche, pervasi da aulicità persuasiva. Niente da dire sul criterio di scelta dei 3 singoli: ognuno con formula accattivante: oltre alla succitata "Awake", "Pray" brilla con dinamicità fluida, mentre "Alvadret" ammicca all'euro-wave anni '80 con ricamature elettroniche di pregio. E' vero che i Siveral sono un quartetto ma, sotto-sotto, capirete che la gran tappezzeria d'elettronica fa sì che questa venga nominata a quinto elemento, che ben s'incastona nell'allestimento compositivo. Un disco che rifugge tendenze modaiole e che non deve niente a nessuno, perchè frutto di una progrettualità autoctona ponderata a lungo, col fondato intento non farsi dimenticare presto. Ci riusciranno... (Max Casali)