recensioni dischi
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RIAH  "Autumnalia"
   (2019 )

I Riah sono una band bolognese fondata a fine 2015 da Flavio Di Bella (chitarra) e Rocco Catturani (batteria). La formazione si è completata nel biennio successivo con l’ingresso del bassista Diego Ruggeri e del secondo chitarrista Francesco Begnoni, e un anno e mezzo fa il quartetto ha cominciato a lavorare al disco di debutto, intitolato “Autumnalia”. “Autumnalia” è una sorta di concept pregno di significati, che muove dall’idea dell’autunno come nuova alba, e che condensa quasi quaranta minuti di musica in soli cinque brani di matrice post rock e post metal, fra crescendo evocativi e note di malinconia, che si caricano però di influenze math capaci di rendere meno prevedibili certe traiettorie. I principali riferimenti per la band sono gli Explosions In The Sky e i Russian Circles, ma va chiarito che sin dalle prime battute la band dà l’impressione di avere idee chiare e una personalità già sufficientemente forte da rendere riconoscibile il proprio sound. L’album si schiude con “Melancolia”, che cambia più volte faccia nel suo lungo percorso di nove minuti, ergendo muri fra parentesi dilatate e distorsioni simil-noise. In tal senso, “Il sogno nel buio” è figlia della stessa libertà creativa, mentre “Luce” si avvicina a schemi post rock più classici. È “Taedium imperat” a chiudere, disseminando orpelli math in un contesto post metal. “Autumnalia” è un esordio positivo, che riflette la tecnica e le belle idee di una band con le carte in regola per affermarsi sulla scena post rock. (Piergiuseppe Lippolis)