recensioni dischi
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ARCADELT  "Arc8"
   (2019 )

Ritornano sulla scena discografica, dopo 25 anni, gli Arcadelt e lo fanno con un richiamo al progressive anni ‘70 e ‘80, avendo come linee guida i Genesis e i Marillon. Sette brani in cui domina una freschezza sonora, segno del ringiovanimento di uno stile musicale lungi dall’andare in pensione a distanza di quasi mezzo secolo dai suoi esordi. Pierfrancesco Drago (Voce), Fabrizio Verzaschi (Chitarra), Giacomo Vitullo (Tastiere), Fabio Cifani (Basso) e Sandro Piras (Batteria) con “Arc8” esprimono tutta la loro maturità artistica e compositiva gettando le basi per un solido lavoro di gruppo. L’opening track, “Behind The Curtain”, preceduta dall’annuncio di uno speaker, fa alzare il sipario su un brano vibrante ed energico che si gioca tra tempi e controtempi, soli di chitarra alternati a sezioni più distese con piano e voce, il tutto senza allentare l’enfasi che domina lungo i suoi otto minuti. La toccante atmosfera generata da piano e voce di “The Heartbeat” si alterna alle vibranti ritmiche corali in un brano la cui costante è il pathos che si viene a creare. “Dog In Chains” apre la via alla nevrosi ritmica della chitarra a sostegno di una vocalità meno melodica e più rude: l’adrenalina che sale nelle sezioni ritmiche per nulla lineari conferisce alla traccia una potenza pronta a sprigionarsi nelle esibizioni live. “Caledonia (The Inn Of Happiness)” si apre con una sezione narrata in italiano, racconto di un bambino che si trova in un bosco alla ricerca della felicità: scenario fantasy su un tessuto dalle trame progressive sono gli elementi che dominano negli oltre otto minuti del brano che riprende il canto in inglese. “Assenze” è l’unica traccia in italiano che, senza perdere di vista il pathos, rompe con le atmosfere più energiche per abbandonarsi ad armonie melodiose, mentre ci ripensa “Blood On” a riportare l’ascoltatore su sonorità marcatamente più dure e vibranti. A chiudere il ritorno discografico degli Arcadelt ci pensa “Blue Side” che in otto minuti conferma la grande sinergia, compattezza e freschezza di una band che sembra non aver vissuto lo scorrere del tempo. Non resta che vederli all’opera dal vivo e sperare vivamente che non passino altri 25 anni prima che nuovi entusiasmanti lavori vengano alla luce. La vera musica ha bisogno di sonorità senza tempo! (Angelo Torre)