recensioni dischi
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TRUE SLEEPER  "Life happened"
   (2019 )

Marco Barzetti, già chitarrista e autore dei Sonic Jesus e solista sotto il nome “Weird.”, ora esordisce con un nuovo progetto, True Sleeper, il cui album “Life happened” prosegue il percorso post rock conosciuto nel percorso precedente. Comincia senza preamboli con “Blurred hearts”, presentando quello che sarà il sound generale di tutte le 9 canzoni: chitarra con lunghi riverberi, voce che canta melodie dream pop, ritmi lenti ma battuti forte. Il fulcro dei due accordi centrali di “Heavy life” ci rende un vasto ambiente, mentre siamo riscaldati dal suono saturo di chitarra distorta di “Lost in time”, nella flemma shoegaze. Un riff iniziale spaziale ci dirige verso arpeggi sognanti in “(Coda)”. Tutti i brani sono collegati in un unico flusso, non si sente lo stacco da un pezzo all’altro, e particolarmente “L is on C” appare come il secondo tempo del capitolo precedente. Il tipico vento floydiano collega questo breve intermezzo (1 minuto e 35 secondi) a “Naked start” e alla sua melodia malinconica. “Feel” dirotta la malinconia in una casa più consolante, ma sempre dai toni intensi, come verso la fine. Con “Yourizon” la chitarra accende il tremolo e ci immergiamo in un suono più liquido, rispetto alle atmosfere ariose finora ascoltate. Si nuota in queste note più luminose. Ma tutto il viaggio sinora compiuto, sembra solo un prelavaggio, per immergersi nella centrifuga del finale “Lunacy”, che ci scuote al rallentatore per oltre 9 minuti. Dopo un iniziale incedere funereo, nel mezzo ci sono concessioni a un tempo di batteria più spedito, ma non si innesta mai un vero e proprio groove, si esprime solo una maggiore agitazione emotiva. L’intenzione del concept è quella di uno sguardo sensibile, verso una realtà insensibile, che trascina il finale dell’ultimo brano nel noise. Anche se le parole sfuggono, non sfugge la forza interpretativa efficace di True Sleeper, in questo genere sempre a rischio di ripetizione sterile di cliché. (Gilberto Ongaro)