recensioni dischi
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THE VASTO  "In darkness"
   (2019 )

Dopo tre EP pubblicati a cavallo tra il 2014 e il 2018, il quartetto ferrarese The Vasto ha finalmente debuttato sulla lunga distanza con “In darkness”, album dal sapore anni novanta, caratterizzato dalla commistione tra thrash e groove metal, ma fortemente influenzato anche da dinamiche (post) hardcore. I brani fanno riferimento alla sfera interiore dell’uomo e alle sue debolezze, alla difficoltà di alcune scelte, con strutture che sono quasi sempre mid-tempo sulle quali si staglia un cantato fra screamo e growl. A proposito dei temi, l’album si apre con “Memorial 2083 (The story of Anders Breivik)”, terrorista norvegese che, dopo l’attentato del 2011, ha divulgato un omonimo memoriale sul web. L’impatto è diretto, frontale, prima di una moderata decelerazione nella seconda metà. “Flood” e “Fractures” tornano ad aggredire e nel secondo caso colpisce l’interpretazione vocale: espressiva, sofferta, violenta e tremendamente efficace. La titletrack è un intermezzo che apre la strada alla seconda metà dell’album, con la straripante “Constellations”. “Clean” non impressiona, mentre “Crocodile tears” presenta qualche elemento di novità nell’apertura a passaggi melodici, che comunque non snaturano l’impianto generale. In chiusura, l’asticella si alza nuovamente con “Scars”, che regala l’ultima vera deflagrazione dell’album. “In darkness” mette in luce buona tecnica nel cantato come a livello strettamente musicale e si presenta come un buon lavoro, ma non esplode come potrebbe per la ripetitività di alcune soluzioni. (Piergiuseppe Lippolis)