recensioni dischi
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ARCTIC SUNRISE  "Across the ice"
   (2019 )

Gli Arctic Sunrise sono Torsten Verlinden e Steve Baltes, duo originario di Mönchengladbach, nella Renania settentrionale-Vestfalia. Dopo il debutto del 2015 (“A smarter enemy”) e il plauso dalla stampa di settore con “When traces end”, pubblicato un anno più tardi, gli Arctic Sunrise sono tornati con “Across the ice”, album che condensa dodici brani in cinquanta minuti e che prosegue sulla scia già tracciata dai due precedenti lavori. Resta immutato lo schema di base, che vede la voce di Verlinden svettare sulle basi elettroniche curate da Baltes, ma in più rispetto al passato c’è la chitarra del neoentrato Oliver Franken. Il genere di riferimento, quindi resta un electro-pop piuttosto classico, dall’incedere quasi sempre pacato e che quasi mai concede variazioni sul tema, risultando piuttosto ridondante sulla lunga distanza. L’unico piccolo esperimento arriva sul finale, con “Ssp84”, uno strumentale robusto che strizza l’occhio a un industrial non troppo muscolare. Al resto, invece, manca un vero guizzo, nonostante qualche momento particolarmente gradevole: “The game” osa, con un cantato più articolato che mai e una coda quasi psichedelica, “Emptiness” pulsa con una base claustrofobica che si apre nel finale, mentre “Stars” evoca scenari dark. “When traces end” non offre ritornelli adesivi né sembra mai avere la reale ambizione di stupire, aggrappandosi a una struttura che, col passare dei minuti, perde un po’ della sua forza e così non riesce ad attestarsi oltre la sufficienza. (Piergiuseppe Lippolis)