recensioni dischi
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DANIELE BRUSASCHETTO  "Flying stag"
   (2019 )

Daniele Brusaschetto è un musicista noto per gli esordi in varie band thrash e death metal italiane e per le successive esperienze in formazioni noise (Mudcake), industrial (Whip) e d’avanguardia (Down!). A metà anni novanta, Brusaschetto ha avviato la sua carriera solista, della quale oggi celebra i venticinque anni con un nuovo album, intitolato “Flying stag” e realizzato in collaborazione col batterista Alberto “Mono” Marietta. “Flying stag” è un viaggio della durata di poco superiore ai trenta minuti che riassume il percorso artistico di Brusaschetto e che omaggia, in modo particolare, proprio il sound metal degli inizi. L’apertura è affidata a “Other where” e l’impatto è subito violento: chitarra muscolare, riffing aggressivo e una batteria martellante inaugurano l’opera, ma il sound resta robustissimo anche con la successiva “Stag beetle”: i riferimenti a Voivod, Godflesh e Alice In Chains sono chiari, con qualche distorsione inserita nel corso di brevi decelerazioni. Con “Splattering purple”, se possibile, il passo diventa ancora più pesante, ma il dialogo tra chitarra e batteria continua a funzionare al meglio. “The unreal skyline” non si snatura e non cambia traiettoria, ma incorpora qualche traccia di melodia, mentre “Like when it’s raining” si presta a maggiori variazioni anche in virtù di un percorso più lungo, che conserva un afflato metal, ma accenna anche al prog. “Fanculo mondo” torna a graffiare con un approccio diretto e una coda fra le più belle dell’album, prima dell’ultima vera deflagrazione con l’ottima “From a tight angle”. Daniele Brusaschetto e Alberto “Mono” Marietta confezionano un prodotto convincente, al netto di una produzione non pulitissima, e facilmente apprezzabile dai fedelissimi del metal e da chiunque abbia seguito l’artista nel corso della sua lunga carriera. (Piergiuseppe Lippolis)