recensioni dischi
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SKARBØ SKULEKORPS  "Skarbø Skulekorps"
   (2019 )

Øyvind Skarbø è un polistrumentista e compositore norvegese di stanza a Bergen ed ex leader della band 1982. In seguito all’uscita di uno dei membri del gruppo, Skarbø ha ripreso il suo percorso artistico, capitanando una nuova formazione composta da altri sei musicisti, gli Skarbø Skulekorps, con i quali ha pubblicato da pochissimo un album omonimo, il primo con questo nome, appena uscito per la storica Hubro Records. Il disco si apre con “1-555-3327”, dedicata allo scienziato e inventore Nikola Tesla, che sfuma in una deliziosa coda jazz dopo una prima parte schizofrenica. È solo l’inizio di cinquanta minuti nei quali resta perfettamente riconoscibile l’afflato jazz, ma le frequentissime divagazioni e i cambi di tempo disegnano traiettorie assolutamente imprevedibili. Se “Turnamat” alterna momenti da jam collettiva ad altri in cui il groove si fa denso, la steel guitar domina in “Pilabue”, che conosce anche passaggi degni di una soundtrack e intarsi country, mentre “Four foxes” a tratti appare quasi ballabile. “Farrier and the hoof” ammicca alla psichedelia attraverso le distorsioni di chitarra, poi “Lysets Hastighet” riprende in mano un jazz più puro, scandito ancora dalle percussioni di Øyvind Skarbø, ma anche un po’ trasognato. Backbeat e groove tornano prepotenti nella splendida “Kadò”, prima delle melodie dolci di “Gliploss” e del viaggio di “50 MB RAM”, nel quale Skarbø ha cantato e suonato il banjo. Il debutto ufficiale degli Skarbø Skulekorps è l’ennesimo gioiellino firmato Hubro, un’etichetta che conferma straordinaria attenzione e sensibilità per il jazz nelle sue declinazioni più autentiche. (Piergiuseppe Lippolis)